Riforma ammortizzatori sociali a punto di svolta

Si parte dall'accordo di fine giugno tra governo e parti sociali sul blocco dei licenziamenti dove è stata condivisa la necessità di una rapida conclusione della riforma oltre all'avvio delle politiche attive e dei percorsi di formazione.

Si apre una settimana importante per la riforma degli ammortizzatori. Da oggi, infatti, inizia il lavoro per mettere nero su bianco il nuovo sistema di tutela “universale” a tutti i lavoratori, in ogni settore e a prescindere dalle dimensioni dell’impresa. Si parte dall’accordo di fine giugno tra governo e parti sociali sul blocco dei licenziamenti dove è stata condivisa la necessità di una rapida conclusione della riforma oltre all’avvio delle politiche attive e dei percorsi di formazione. Il ministro del Lavoro Andrea Orlando punta a portare il provvedimento in Consiglio dei Ministri entro la fine del mese.

Le risorse

Mercoledì 7 luglio è previsto un incontro tra Orlando e il ministro dell’Economia e delle Finanze, Daniele Franco, per discutere delle risorse disponibili da destinare al provvedimento: una parte dei fondi arriverà dalla sospensione del programma di cashback che sarebbe dovuto partire il primo luglio. Si parte quindi dalla base degli 1,5 miliardi di euro risparmiati. Secondo quanto indicato dal presidente dell’INPS, Pasquale Tridico, nei giorni scorsi, le gli interventi in discussione costerebbero circa un miliardo l’anno ciascuno. Altro incontro atteso è quello con le parti sociali e non è escluso che possa arrivare sempre in settimana.

La riforma degli ammortizzatori sociali è stata inclusa all’interno del PNRR ed è stata sollecitata negli ultimi mesi sia dalle associazioni datoriali – Confindustria in testa – sia dai sindacati. L’obiettivo di tutti è quello di rendere la riforma utilizzabile già da fine ottobre, puntando allo stesso tempo sul rafforzamento dei centri per l’impiego e sulla formazione permanente, per aiutare al reinserimento chi ha perso il posto di lavoro. Tra le misure oggetto c’è l’estensione delle coperture per i lavoratori delle imprese fino a 5 dipendenti, oggi scoperti sia dalla Cig sia dai fondi bilaterali e di integrazione salariale (Fis), e l’incremento di quelle a disposizione delle aziende fino a 15 dipendenti. Nell’ambito della riforma potrebbe trovare spazio anche un doppio intervento sugli strumenti di tutela in caso di cessazione del rapporto di lavoro, in particolare per rafforzare la Naspi, l’indennità di disoccupazione. Tra le ipotesi al vaglio delle parti, ci sarebbero quelle di aumentarne l’importo e di estenderne la durata per i lavoratori over-55, fino a 36 mesi.

“La riforma mira a garantire tutti i lavoratori, creando un sistema di tutela universale, ma in grado di cogliere la strutturale elasticità delle dinamiche dei diversi settori produttivi, consentendo in tal modo un adeguamento dei trattamenti, differenziandoli secondo le caratteristiche settoriali e dimensionali delle aziende”, ha spiegato Orlando durante un question time.