Regime forfettario 2023: quali sono i nuovi requisiti per aderirvi

Le Legge di Bilancio ha introdotto nuovi requisiti per aderire al regime forfettario. Scopriamo quali sono e chi coinvolgono direttamente.

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Pierpaolo Molinengo

Giornalista economico-finanziario

Giornalista specializzato in fisco, tasse ed economia. Muove i primi passi nel mondo immobiliare, nel occupandosi di norme e tributi, per poi appassionarsi di fisco, diritto, economia e finanza.

Il Regime forfettario, nel corso del 2023, cambierà volto. La Legge di Bilancio 2023, firmata dal nuovo esecutivo, ha introdotto una serie di importanti novità, anche se sono pochi i titolari di partita Iva, che hanno la possibilità di beneficiare della nuova misura.

Nel corso della conferenza stampa di presentazione della Legge di Bilancio 2023, il premier Giorgia Meloni ha citato tre tasse piatte, che sono costituite proprio dal nuovo regime forfettario, che viene introdotto dal 2023, dalla flat tax incrementale e dalla detassazione dei premi di produttività. Ricordiamo, comunque, che sulla Manovra si è ancora in attesa del via libera definitivo, che è destinato ad arrivare solo e soltanto nel momento in cui termineranno i lavori parlamentari.

Regime forfettario, una revisione che interessa a pochi

Senza dubbio la novità di maggiore interesse, contenuta all’interno della Legge di Bilancio 2023, è costituita dalla revisione del regime forfettario. Questa operazione è, sicuramente, una delle misure chiave del nuovo pacchetto fiscale targato Giorgia Meloni. Se, però, si va a guardare la platea dei titolari di partita Iva, che potrebbero beneficiare del provvedimento, si rimane leggermente delusi, tanto da poter affermare che si è fatto tanto rumore per nulla.

Potenzialmente, la platea di quanti possono essere interessati da questa novità risulta decisamente ristretta. Stesso discorso vale anche per i dipendenti per i quali è prevista la detassazione dei bonus aziendali: in questo caso, comunque, è difficile stimare quante siano le persone che possano beneficiare dell’aliquota unica sugli incrementi di reddito.

La flat tax, sostanzialmente, ha rappresentato un leit motiv della campagna elettorale dei partiti che oggi sono al governo: Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia. Il primo passo verso la tassazione piatta è stato la revisione del regime forfettario, che è contenuta direttamente all’interno del testo della Legge di Bilancio 2023. Su questo documento ci lavorerà sopra direttamente il Parlamento e ci si dovrà esprimere sopra anche l’Unione europea.

I requisiti per accedere al nuovo regime

Il nuovo esecutivo ha lavorato, principalmente, in due direzioni per disegnare i nuovi requisiti per accedere e riuscire a rimanere nel regime forfettario:

  • il tetto massimo dei ricavi e dei compensi percepiti, che permettono l’applicazione dell’imposta sostitutiva pari al 15% o del 5% per le nuove attività, passa da 65.000 a 85.000 euro;
  • nel caso in cui sia superato il limite massimo di 85.000 nel corso dell’anno, viene applicata la flat tax fino ad un massimo di 100.000 euro. Nel momento in cui si supera questa cifra, si esce automaticamente dal regime forfettario.

Il legislatore ha deciso, quindi, di intervenire direttamente sull’articolo 1 della Legge n. 190/2014, con la quale sono state fissate le regole dell’imposta unica, fissata al 25% e che va a sostituire direttamente le imposte sui redditi, l’Irap e le addizionali comunali e regionali. Per i primi cinque anni di attività, è bene ricordarlo, l’aliquota scende al 5%. Nella relazione illustrativa, allegata alle ultime bozze del Disegno di Legge di Bilancio, si legge:

il nuovo limite di 85.000 euro si applica a partire dal periodo d’imposta 2023. Pertanto, applicano il regime forfetario nel 2023 i contribuenti che, al ricorrere degli altri requisiti, nel 2022 non hanno superato detta soglia. Ai fini della franchigia IVA riservata ai soggetti in regime forfettario, l’innalzamento della soglia dei ricavi e compensi fino a 85.000 euro tiene conto della direttiva (UE) 2020/285 relativa al sistema comune d’imposta sul valore aggiunto per quanto riguarda il regime speciale per le piccole imprese che si applica a partire dal 1° gennaio 2025. […] In attesa del recepimento della citata direttiva, l’innalzamento della soglia fino a 85.000 euro, così come previsto dalla presente disposizione, è subordinato al rilascio di una specifica misura di deroga da parte delle competenti autorità europee Tale richiesta, presentata il 4 novembre u.s., è attualmente al vaglio delle competenti autorità europee.

Nuovo regime forfettario: quanti beneficiano delle nuove regole

Quanti sono i titolari di partita Iva interessati dal nuovo regime forfettario? A darci una risposta scientifica a questa domanda ci ha pensato la relazione tecnica: la platea dei potenziali beneficiari coinvolge il 2% dei forfettari.

Questo particolare, ci fa comprendere il motivo per il quale la flat tax è realizzabile: ha un basso costo. Per il 2023 le minori entrate sono stimate in 280 milioni di euro. Andando a dare uno sguardo alle dichiarazioni dei redditi del 2021, che sono state pubblicate nel corso del mese di maggio dal Mef, si scopre che i titolari di partita Iva che applicano il regime forfettario sono 1,6 milioni. Lavoratori autonomi e professionisti, che scelgono la flat tax avendo i requisiti per applicarla, rappresentano la metà del totale.

La nuova versione del regime forfettario per il 2023, in estrema sintesi, interessa una platea di 32.000 titolari di partita Iva. Una cifra che è in grado di ridimensionare le preoccupazioni di quanti non sono d’accordo con l’estensione della misura. Andando, poi, a dare un’occhiata ai nuovi requisiti per poter accedere al regime forfettario, siamo ben lontani dall’introduzione di una vera e propria flat tax ad ampio raggio.

La tassa piatta incrementale, almeno quella che è nella formula attuale, può essere utilizzata unicamente da quanti siano in regime ordinario. Ma soprattutto può essere applicata solo e soltanto per gli aumenti di reddito che superino il 5%, per un tetto massimo di 40.000 euro.