Sembra prossimo all’approvazione il disegno di legge che limita i diritti dei lavoratori precari. Ovvero il giudice non potrà più imporre la stabilizzazione dei rapporti di lavoro irregolari. A prevederlo è l’articolo 34 del disegno di legge 1167.
Rispetto ad oggi si tratta di una vera e propria rivoluzione. Attualmente il magistrato che riscontra irregolarità nell’applicazione dei contratti può disporre il reintegro del lavoratore con un contratto a tempo indeterminato. In cambio, il testo normativo prevede di applicare all’azienda una semplice sanzione di entità variabile tra le 2,5 e le 12 mensilità.
Non solo: se il provvedimento diventerà legge, sarà possibile imporre ai dipendenti, al momento dell’assunzione, una clausola compromissoria che prevede la rinuncia a rivolgersi al giudice.
Il disegno di legge contiene un riedizione della cosiddetta norma anti-precari, già approvata nel 2008 dalla maggioranza, ma poi giudicata illegittima dalla Corte costituzionale.
Dura reazione dei sindacati, che accusano il governo di lasciare alle imprese “mano libera sull’uso dei contratti a termine”. “E’ una misura molto negativa – denuncia Fulvio Fammoni segretario confederale Cgil con delega al mercato del lavoro – lascia aperta ogni possibilità per le aziende sull’uso del contratto a termine, senza che, in caso di irregolarità, queste abbiano alcuna ripercussione futura”.
Lo stesso esecutivo, comunque, mostra qualche imbarazzo. “Non l’abbiamo voluta noi – dicono dal ministero del Lavoro – anzi, l’abbiamo mitigata perché valga solo per i contenziosi in corso e non per il futuro”.
Festeggia Confindustria: “il provvedimento va nella direzione giusta – commenta il direttore generale dell’associazione Maurizio Beretta – un po’ di semplificazione e di minor rigidità è quello che serve al mercato del lavoro. In questo, come in altri casi, non è di sanzioni che abbiamo bisogno ma di norme praticabili, che abbiano un senso logico rispetto alla situazione reale”.