In vista della scadenza del 30 aprile concessa nell’ultima proroga di dicembre 2021, sono tornati a farsi sentire i circa 1.900 navigator per chiedere una stabilizzazione nei centri per l’impiego dove operano da luglio del 2019, con contratti di collaborazione per Anpal servizi. La protesta è stata organizzata dai sindacati sotto il Ministero del Lavoro, ottenendo la convocazione di un tavolo istituzionale da parte del ministro Andrea Orlando. Il ministro, hanno fatto sapere Felsa Cisl, Nidil Cgil e UilTemp, “si è impegnato per trovare una soluzione, insieme al ministro della Pa, Renato Brunetta“.
Le proroghe
Già ad aprile e dicembre 2021 erano state concesse due proroghe per i navigator, gli operatori che sono stati chiamati a supportare i centri per l’impiego con l’introduzione del Reddito di Cittadinanza e che avrebbero dovuto favorire l’inserimento nel mondo del lavoro dei beneficiari del suddetto strumento. Hanno un’età media di 35 anni, sono tutti laureati (la media è 107), ed hanno superato un test selettivo in base a titoli e 100 domande, per ottenere il contratto di collaborazione con Anpal servizi che, tra retribuzione tabellare e rimborsi forfettari, si aggira sui 30mila euro lordi annui. Rispetto ai 2.980 originari, il numero dei navigator nel frattempo è sceso a quota 1.884: in molti hanno optato per candidarsi agli 11.600 posti con contratto a tempo indeterminato banditi dalle regioni per i centri per l’impiego. Tuttavia, lamentano i rappresentanti dei navigator riuniti nell’associazione Anna, “questi posti sono spesso appannaggio dei precari storici dei centri per l’impiego, in molti casi non viene riconosciuto alcun punteggio per l’esperienza da noi maturata sul campo, che al più viene considerata un titolo di preferenza a parità di punteggio”.
La resistenza delle Regioni
Le regioni però hanno sin dall’inizio hanno opposto resistenza all’ingresso dei navigator nei centri per l’impiego. I risultati deludenti sul versante dell’attivazione dei percettori del reddito di cittadinanza “occupabili”, difficilmente possono però essere imputabili ai soli navigator: le politiche attive non sono ancora decollate, i dipendenti dei Cpi sono impegnati in larga prevalenza in attività amministrative, manca l’interoperabilità dei sistemi informatici dei vari attori coinvolti dal Rdc, i data base delle regioni non dialogano tra loro, in questo quadro l’incrocio tra domanda e offerta di lavoro risulta arduo.
Il PNRR
Il PNRR prevede 4,4 miliardi per lo sviluppo delle politiche attive del lavoro: la prima tranche destinata alle regioni ammonta a 880 milioni. Con le 11.600 assunzioni che in molte regioni procedono in ritardo, e con il decollo da aprile del programma di politiche attive del lavoro, Gol (garanzia occupabilità dei lavoratori). In questo quadro i navigator sono convinti di poter svolgere un ruolo importante nei centri per l’impiego e hanno quindi chiesto al Governo di “costruire un percorso di stabilizzazione”.