Negli ultimi anni gli uffici open space stanno spopolando, ma siamo sicuri che siano la soluzione migliore per i dipendenti? La scienza dice che non è così, e ci spiega anche perché.
Recenti studi hanno dimostrato che gli uffici open space, pensati e progettati per rendere migliore l’ambiente di lavoro, hanno l’effetto opposto di quello desiderato, perché in realtà riducono la produttività e fanno male all’umore dei dipendenti.
Una ricerca finanziata dalla Harvard Business School ha dimostrato che gli spazi open office suddividi per cubicoli diminuiscono significativamente il volume dell’interazione faccia a faccia di circa il 70%. L’interazione virtuale, via email e instant messenger, è maggiore invece in questi casi.
Piuttosto che aumentare le conversazioni faccia a faccia e promuovere la collaborazione, dunque, gli spazi aperti sembrano innescare una strana reazione umana, una sorta di rifiuto delle interazioni sociali. I membri facenti parte dello stesso team di lavoro, di fatto, preferiscono non interagire tra loro, chiudendosi nel loro spazio e riducendo al minimo ogni tipo di contatto. Esattamente il risultato opposto di quello che chi ha progettato gli open space aveva in mente.
Secondo i dati emersi dallo studio i dipendenti sono quasi intimoriti dagli open space a lavoro, tanto da non sentirsi a proprio agio nel parlare ad alta voce all’interno di essi, perché hanno paura di distrarre i propri colleghi. Per questo motivo molti restano incollati alla proprie postazioni di lavoro e, se proprio è necessario, ricorrono alle chat online per comunicare.
Un’altra lamentela frequente di chi lavora all’interno di un open space è quella relativa alla mancanza di privacy. I dipendenti in questi casi non dispongono di veri e propri spazi privati, né per lavorare per conto proprio a uno o più progetti né per concedersi qualche momento di pausa. Molti quelli che, per esempio, si trovano a disagio nel fare o ricevere chiamare personali.
Un lavoratore su tre, comunque, si distrae spesso all’interno degli uffici open space (per via dei rumori provenienti dai cubicoli dei colleghi), mentre uno su sei ha affermato che ostacolano anche la creatività.
Un elemento interessante, portato a galla da questo studio, è sicuramente quello relativo all’abbassamento della produttività. È emerso infatti che circa il 31% dei dipendenti che lavorano all’interno degli open space non è in grado di esprimere tranquillamente la propria opinione quando viene chiesto loro un parere a lavoro.
Le chiamate in ufficio o le conversazioni con i superiori intimoriscono i lavoratori e non li mettono nella posizione di dare tranquillamente il proprio riscontro. Questo perché molto spesso hanno paura che i colleghi possano sentirli e, quindi, giudicarli.
Mettere i propri dipendenti nelle condizioni di non esprimere tranquillamente le proprie opinioni è sicuramente deleterio per un’azienda. Non coinvolgerli o non avere riscontri veritieri circa le attività da portate avanti rischia di avere dei grossi risvolti negativi sulla produttività. Solo dal confronto, infatti, può svilupparsi e crescere un’idea di business valida.