
Si torna a parlare con insistenza di settimana lavorativa corta in Italia con i sindacati che spingono ormai da qualche tempo in questa direzione. A favorire e stimolare il dibattito, i numeri Eurostat stando ai quali nel nostro Paese il 9,4% dei lavoratori dedica alla propria occupazione quasi 50 ore a settimana, contro il 7% della media europea. E’ il momento buono per introdurla anche in Italia?
Settimana corta anche in Italia?
Un primato che in questo caso non è certo una buona notizia. L'ipotesi di lavorare dal lunedì al giovedì mantenendo ovviamente la medesima retribuzione è allo stato poco più che embrionale ma si stanno certamente gettando le basi per una discussione più ampia che magari nel giro di qualche tempo potrebbe portare a qualche risultato concreto. Tanto che qualcosa si è già mosso.
A fare da apripista in Italia due grandi gruppi che hanno deciso di sperimentare questa soluzione prima in scia alla necessità di riorganizzare il lavoro durante il periodo della pandemia e subito dopo quella della necessità risparmio energetico negli uffici arrivata poco dopo con l'aggressione russa in Ucraina. Intesa Sanpaolo ad esempio ha già riorganizzo il lavoro e introdotto un nuovo modello per i 74 mila dipendenti. Tra le principali novità appunto la settimana corta di 4 giorni da 9 ore lavorative (36 ore in tutto) a parità di retribuzione, su base volontaria e compatibilmente con le esigenze tecniche e produttive. Lo stesso ha fatto Lavazza già nel 2022.
Lavorare meno, lavorare meglio
Uscendo fuori dai confini nazionali, l'ipotesi è stata nei mesi scorsi sperimentata in Gb dove di recente un rapporto governativo ha dato vita ad un intenso dibattito: la maggior parte delle aziende che ha partecipato alla sperimentazione (una sessantina) ha deciso di voler proseguire e in 18 casi l'esperimento è diventato pratica permanente.
In realtà, dagli ultimi dati Eurostat (aggiornati al 2022) risulta un po' in tutta Europa una tendenza contraria: nel Belpaese, come detto, circa 2 milioni di lavoratori restano sul posto per 50 ore a settimana, contro le canoniche 40 ore (8 ore al giorno per 5 giorni).
Sindacati in pressing, Governo alla finestra
Si tratta del 9,4% dei lavoratori totali (circa 23 milioni) e il fenomeno in Europa riguarda molto di più gli autonomi (30%) che gli impiegati (4%). Il dato italiano è tra i più alti d'Europa: ci superano i lavoratori francesi con il 10,2%. Ma il top si raggiunge in Grecia: 12,6%. In Romania il dato precipita al 2,2%, in Bulgaria allo 0,7%.
Forte nel nostro Paese il pressing da parte dei Sindacati supportate dalle opposizioni. Il Governo temporeggia ma accenna un'apertura o se preferite non chiude a priori: "Sono disposto a riflettere partendo dalla realtà. - diceva a febbraio il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso - Tutto va messo in sintonia con una saggia politica industriale con l'obiettivo di aumentare produttività e occupazione".