(Teleborsa) Sono ancora dati in chiaroscuro quelli che fanno il punto sul mondo del lavoro in Italia. Buone notizie per l’economia italiana, mentre il lavoro, in lieve crescita, rincorre a fatica il Pil, senza ancora riuscire a tenere il passo.
BOOM (DI CUI C’E’ POCO DA VANTARSI) DEI CONTRATTI A TERMINE – Come sempre, il fronte occupazione è trainato dai contratti a termine. Continua, dunque, il trend di crescita dell’occupazione accompagnato però da un nuovo calo delle assunzioni a tempo indeterminato. ”Con riferimento alla tipologia contrattuale, l’aumento congiunturale delle posizioni lavorative dipendenti sulla base delle CO (attivazioni e cessazioni) è sintesi di un incremento di 108 mila posizioni a tempo determinato e di un calo a tempo indeterminato (-34 mila). Se le prime crescono ininterrottamente dal secondo trimestre 2016, quelle a tempo indeterminato si riducono per la seconda volta dopo dieci trimestri di crescita. Il numero di attivazioni a tempo determinato raggiunge il livello massimo (1 milione 891 mila) della serie storica dal primo trimestre 2011”.
Lo dice il rapporto trimestrale pubblicato da Istat-Ministero del Lavoro-Inps-Inail-Anpal, che prende in esame i dati relativi al quarto trimestre 2017 all’interno del quale viene confermata la tendenza, “seppur lieve”, all’incremento congiunturale dell’occupazione, con un rallentamento della crescita su base annua”.
IL PIL ACCELERA, IL LAVORO RESTA UN PASSO INDIETRO – Se, infatti, tra ottobre e dicembre il Pil italiano è salito dello 0,3% congiunturale, con un tasso di crescita tendenziale dell’1,6%, il lavoro misurato in unità equivalenti a tempo pieno mostra una dinamica più debole: +0,1% sotto il profilo congiunturale e +1,2% in termini tendenziali. Una disparità che equivale a una crescita di produttività.
Sempre secondo la nota congiunta rilasciata degli istituti, il tasso di occupazione destagionalizzato è arrivato al 58,1%, in crescita di un decimo di punto rispetto al trimestre precedente. “Considerando l’ultimo decennio (2008-2017), il tasso aumenta di quasi tre punti percentuali rispetto al 55,4% valore minimo del terzo trimestre 2013, proseguendo nella tendenza al recupero dei livelli massimi pre-crisi (58,8% nel secondo trimestre del 2008)”.