Meno assunzioni e più formazione delle risorse per aiutare il business a crescere valorizzando il personale già presente in azienda.
È questa, in estrema sintesi, la conclusione a cui è giunta la ricerca effettuata da Infojobs – la piattaforma online di offerte di lavoro numero 1 in Italia – a Dicembre 2018 su un campione di 190 aziende italiane. Un trend che svela una certa riluttanza nei confronti delle nuove assunzioni e più interesse alla valorizzazione di quelle già disponibili.
Complice il momento di forte incertezza economica e legislativa, la politica di lavoro che le grandi aziende promuoveranno nel corso del nuovo anno sembra dunque improntata alla formazione dei dipendenti già in forze per accrescere le loro competenze trasversali e sfruttarne al meglio le potenzialità, sia a livello individuale che di team.
I risultati della ricerca Infojobs
L’indagine condotta da InfoJobs in collaborazione con Hara Risorse Umane su un campione di aziende iscritte al portale, ha tratteggiato le tendenze più significative che vedremo delinearsi nel 2019 in tema di lavoro. Per tutte la parola d’ordine è solo una: cautela. Già, perché rispetto agli anni passati soltanto il 19,3% degli intervistati prevede di reclutare nuove figure. Nel 2018, questa percentuale era ben diversa e si attestava al 42,8% .
Proseguendo nella lettura dei dati, scopriamo che il 50,2% delle aziende opterà per un numero limitato di assunzioni, mentre il 25% ha dichiarato di non voler assumere nessuna nuova risorsa entro la fine dell’anno. Una buona notizia arriva, invece, sul fronte dei licenziamenti visto che solo il 5,5% delle aziende campionate prevede di far ricorso ad una riduzione del personale.
Lavoro: i trend del 2019
Se volessimo riassumere schematicamente i 5 top-trend del mercato del lavoro che la ricerca di Infojobs ha messo in luce, potremmo dire nel 2019 che le aziende punteranno su:
- Formazione sempre più esperienziale per valorizzare le competenze trasversali e per migliorare il conseguimento dei risultati in team (74,5%);
- Employer branding interna ed esterna (22,2%) per favorire la costruzione di una reputazione aziendale solida e trattenere i talenti a disposizione;
- Intelligenza artificiale per cogliere tutte le opportunità offerte dal mercato del lavoro (21,6%);
- Programmi di wellness, welfare e retention per tutte le tipologie e generazioni di personale (20,3%)
- Inserimento di una nuova figura HR all’interno del team aziendale per sviluppare la collaborazione e migliorare la produttività (11,4%).
Per la maggior parte delle aziende, dunque, il focus sarà la formazione orientata allo sviluppo delle competenze trasversali del personale (le cosiddette “soft skills”), della flessibilità e della capacità di innovare. L’”employer branding” sarà il filo conduttore e servirà soprattutto ad implementare internamente il processo di sviluppo delle carriere, il ricorso al digitale e all’intelligenza artificiale.