Ora che molti mazzetti di mimosa regalati per l’8 marzo sono forse rinsecchiti, è il momento di ricordare che le donne si stanno facendo largo con determinazione nell’agricoltura nazionale. Un’azienda agricola ogni tre è ‘rosa’.
E questo è un anno speciale per le donne: oltre all’otto marzo, festeggeremo anche i 70 anni della partecipazione delle donne al voto. Le donne votarono per la prima volta il 10 maggio 1946.
Secondo i dati di Almalaurea e Almadiploma, le ragazze italiane sono più brave a scuola dei colleghi maschi, dalle medie all’università, ma poi, una volta arrivate nel mondo del lavoro, vengono penalizzate. Nel settore agricolo, invece, si stanno prendendo una meritata rivincita.
Le donne italiane sono protagoniste dell’evoluzione della nostra agricoltura, di una nuova maniera di essere legati alla terra. I dati diffusi da Coldiretti confermano che ci sono 215mila imprese agricole guidate da donne: il verde delle nostre campagne si sta tingendo sempre più di rosa ed è proprio da qui che passa il rinnovamento del settore.
Nel 2015 le giovani italiane sotto ai 34 anni che hanno scelto di lavorare indipendentemente in agricoltura sono aumentate del 76%. Significa donne imprenditrici agricole, coadiuvanti familiari o socie di cooperative agricole.
E le donne hanno approfittato dell’allargamento dei confini di quello che oggi è ‘agricoltura’: stanno crescendo l’educazione alimentare ed ambientale, gli agriasili, le fattorie didattiche, i percorsi rurali di pet-therapy, gli orti didattici. E sta crescendo anche la presenza delle donne nei mercati di vendita diretta di Campagna Amica e soprattutto nell’agriturismo. Tutti settori che stanno innovando il concetto di agricoltura. Le donne italiane sono protagoniste della rivoluzione verde. È un settore che ha grandi prospettive perché coniuga impresa, rispetto dell’ambiente, tutela della qualità della vita, attenzione al sociale, valorizzazione delle tipicità dei territori e della biodiversità.
‘Certo è stato lungo il cammino delle donne agricole italiane: esso si è intrecciato con la crescita politica e sociale della nostra democrazia e con il prorompente protagonismo del soggetto donna e dei movimenti femminili e femministi sulla scena nazionale e mondiale’ spiega Lorella Ansaloni, responsabile di Donne Impresa della Coldiretti.
‘Riconoscere lo status professionale, sociale ed imprenditoriale delle donne delle campagne è stato l’obiettivo di fondo di Coldiretti – continua Ansaloni, nel precisare che – sono state molte le tappe di questo percorso: il diritto alla pensione e alla sicurezza sociale, il nuovo diritto di famiglia, la tutela della maternità, le norme sulla parità di trattamento e, infine, la legge sulla imprenditoria femminile. Fondamentale è stato anche il lavoro sugli aspetti della formazione, della partecipazione, del cambiamento di modelli culturali discriminanti, della affermazione di una soggettività forte ed autorevole. Un lavoro reticolare, fatto di piccole occasioni, incontri, discussioni: un mettersi alla prova da parte di tante donne, accompagnato e sostenuto dalla rete delle altre, le colleghe. In tutto questo il ruolo di associazioni come il movimento femminile della Coldiretti, oggi coordinamento Donne Impresa, è stato prezioso e fondamentale ed è importante ricordarlo’.
Fonte: Ecoseven.net
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