Donne e gravidanza: quali sono i lavori a rischio?

Donne e gravidanza: quali sono i lavori a rischio per la salute della futura mamma e del bambino

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Redazione

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Le donne in stato di gravidanza con un lavoro a rischio devono essere obbligatoriamente allontanate dalle loro mansioni: il datore di lavoro deve occuparsi di modificare e alleggerire il carico di lavoro e, in caso non sia possibile il ridimensionamento, deve inoltrare alla Direzione Provinciale del Lavoro  la richiesta di maternità anticipata.

Quali sono i lavori a rischio per le donne in gravidanza

Il decreto legislativo 151/01 tutela tutti i diritti delle donne lavoratrici in stato di gravidanza e il relativo periodo di maternità. Per sapere se si sta svolgendo un lavoro a rischio basta consultare l’allegato A del suddetto documento, dove sono elencati gli incarichi di lavoro giudicati pericolosi per la salute del feto e della futura mamma: in questi casi, il datore di lavoro è obbligato a spostare la propria dipendente su altre mansioni che non implichino rischi e, dove non sia possibile, provvedere a un’astensione anticipata e, in alcuni casi, anche a un rientro posticipato fino a 7 mesi dopo il parto.

I lavori considerati a rischio sono di diverso tipo e possiamo rapidamente dividerli in occupazioni di esposizione a sostanze nocive, di fatica e soggetti a movimenti vibratori cagionevoli per mamma e bambino.

Per quanto riguarda l’esposizione a sostanze nocive, si intendono sia quelle chimiche, come acidi o altre sostanze pericolose usate per esempio nei laboratori di ricerca, certi concimi e sostanze tossiche usate in agricoltura o in allevamenti, sia quelle biologiche, come virus e batteri. Sotto questa categoria inseriamo anche le occupazioni in campi sanitario a stretto contatto con malati infettivi, le procedure di sala operatoria e mansioni nel campo della prima infanzia.

I lavori faticosi comprendono quelli che rendono necessari il sollevamento e il trasporto di merci e manovalanza pesante; interdette al lavoro anche le future mamme che hanno a che fare con scale e impalcature mobili o fisse. Infine, il datore deve cambiare mansione alla gestante che è costretta a stare in piedi per un numero di ore che supera la metà del totale giornaliero, oppure diminuire il monte orario. Si aggiunge il fatto di non poter accedere al lavoro notturno fino al compimento dei tre anni di età del nascituro.

Infine, le future mamme non possono lavorare con l’ausilio di macchine che prevedono il funzionamento a pedale o comandata a pedale, con un ritmo frequente e usurante dispendio fisico, così come sono vietate macchine che scuotono o con intense vibrazioni. In ultimo, sono considerati a rischio anche tutte le occupazioni che prevedono l’utilizzo di un veicolo a motore, come aerei, navi, treni e pullman.