Cosa prevede l’accordo sulla produttività. I sette punti chiave e le norme più discusse

Tra le norme più discusse la possibilità del demansionamento, ma anche orari più flessibili, telecamere in fabbrica e in ufficio. I punti chiave su cui si basa l'accordo sono il rafforzamento della contrattazione di secondo livello e gli sgravi fiscali per il salario di produttività

I punti chiave su cui si basa l’accordo tra imprese e sindacati sono il rafforzamento della contrattazione di secondo livello (quella che integra il contratto collettivo nazionale di lavoro con ulteriori acquisizioni a livello di trattativa aziendale o territoriale) e gli sgravi fiscali per il salario di produttività (premi e incentivi).
Il documento, sottoscritto da Associazione Bancaria Italiana (ABI), Associazione Nazionale fra le Imprese Assicuratrici (ANIA), Confindustria, Lega Cooperative, Rete Imprese Italia, CISL, UIL e UGL (non da CGIL), contiene le richieste al fatte Governo per rilanciare la produttività del Paese
Le parti chiedono all’esecutivo, tra le altre misure, “di rendere stabili e certe” i provvedimenti per alleggerire le imposte sul salario di produttività, sui redditi da lavoro dipendente fino a 40mila euro, “attraverso la determinazione di un’imposta, sostitutiva dell’Irpef e delle addizionali, al 10%”.

Nel documento è chiaramente espressa l’intenzione di depotenziare il contratto nazionale conferendo una maggior forza alla contrattazione di secondo livello con una “chiara delega” sulla prestazione lavorativa, gli orari e l’organizzazione del lavoro. In queste norme si inseriscono gli aspetti più controversi del documento, che aprono alla possibilità del demansionamento, orari più flessibili, telecamere in fabbrica e in ufficio. Diverrebbe infatti possibile la riduzione della qualifica del lavoratore, ma non unilaterale, con decurtazione dello stipendio e, per quanto riguarda i turni, una ridefinizione della loro distribuzione anche con modelli flessibili.
Le retribuzioni potranno essere legate maggiormente alle performance aziendali che agli automatismi dei rinnovi contrattuali.

Questi sono i punti chiave del documento, con le richieste condivise.

CUNEO FISCALE. È necessario, dicono imprese e sindacati, che il governo “tracci le linee guida per attuare una riforma strutturale del sistema fiscale che lo renda più equo e, quindi, in grado di ridurre la quota del prelievo che oggi grava sul lavoro e sulle imprese in maniera del tutto sproporzionata”. Le parti sociali “convengono sulla necessità di condividere col governo i criteri di applicazione degli sgravi fiscali e contributivi” per il salario di produttività.

RELAZIONI INDUSTRIALI. Il contratto nazionale, garantendo “la certezza dei trattamenti economici e normativi comuni per tutti i lavoratori, deve prevedere una chiara delega al secondo livello di contrattazione delle materie e delle modalità che possono incidere positivamente sulla crescita della produttività, quali gli istituti contrattuali che disciplinano la prestazione lavorativa, gli orari e l’organizzazione del lavoro“. I contratti nazionali possono quindi “definire che una quota degli aumenti economici derivanti dai rinnovi contrattuali sia destinata alla pattuizione di elementi retributivi da collegarsi a incrementi di produttività e redditività definiti dalla contrattazione di secondo livello”.
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RAPPRESENTANZA SINDACALE
. Entro il 31 dicembre 2012, dovrà essere definita la materia della rappresentanza sindacale. Le intese dovranno prevedere “disposizioni efficaci per garantire l’effettività e l’esigibilità delle intese sottoscritte, il rispetto delle clausole di tregua sindacale, di prevenzione e risoluzione delle controversie collettive, le regole per prevenire i conflitti, non escludendo meccanismi sanzionatori per le organizzazioni inadempienti”.

PARTECIPAZIONE LAVORATORI. Imprese e sindacati, considerato che la riforma del mercato del lavoro “dispone che siano i contratti collettivi a dare attuazione alle misure per la partecipazione”, chiedono al governo di esercitare la delega “subordinatamente a un approfondito confronto con le parti sociali”. Ritengono anche che i contributi versati per i sistemi di welfare contrattuale “debbano beneficiare di un regime fiscale e contributivo di vantaggio, a partire dalla previdenza complementare”. Sarebbe utile anche avviare un confronto “per favorire l’incentivazione dell’azionariato volontario dei dipendenti, anche in forme collettive”.

FORMAZIONE E OCCUPABILITA’. È necessario rilanciare e valorizzare l’istruzione tecnico professionale ma anche realizzare un miglior coordinamento tra il sistema della formazione pubblica e privata. Chiedono inoltre al Governo di agevolare l’attività formativa nei casi di cassa integrazione o mobilità. Le parti sociali, per rendere “più agevole ed efficace l’azione dei fondi interprofessionali per la formazione, anche nella prospettiva del potenziamento delle politiche attive, auspicano la chiara affermazione per legge della loro natura privatistica”.

MERCATO DEL LAVORO. Imprese e sindacati chiederanno al governo “un confronto sui temi del mercato del lavoro”, in particolare una verifica “sugli effetti dell’applicazione della recente riforma sull’occupazione”. Le parti sociali ritengono opportuno definire “linee guida operative per affrontare con il governo i processi di ristrutturazione e le situazioni di crisi”. Si punta a una logica di solidarietà intergenerazionale e a percorsi che agevolino la transazione dal lavoro alla pensione.

FLESSIBILITA’ DI ORARIO E MANSIONI. Alla contrattazione collettiva spetterà “una piena autonomia negoziale” sui temi relativi all’equivalenza delle mansioni e all’integrazione delle competenze ma anche “la ridefinizione dei sistemi di orari e della loro distribuzione anche con modelli flessibili”.  Vegono inoltre affidate alla contrattazione anche “le modalità attraverso cui rendere compatibile l’impiego di nuove tecnologie con la tutela dei diritti fondamentali dei lavoratori”. Imprese e lavoratori chiedono quindi che siano “assunti a livello legislativo, anche sulla base di avvisi comuni, provvedimenti coerenti con le intese intercorse e con la presente intesa”.