Coronavirus, cosa prevede la norma “salva stipendi” del Governo Conte

Coronavirus, l'Italia corre ai ripari: il piano del Governo Conte per tutelare i lavoratori

Il Governo ha deciso di fronteggiare l’emergenza Coronavirus varando un apposito decreto: l’obiettivo è quello di limitare i danni economici (e non solo) causati dall’epidemia, a partire dall’approvazione di una norma “salva stipendi” finalizzata a tutelare i lavoratori bloccati nelle zone in quarantena.

Coronavirus: nel decreto Conte la norma “salva stipendi”

Il Premier Giuseppe Conte lo aveva già annunciato la scorsa settimana: il Governo si stava muovendo per mettere nero su bianco tutte le misure contenitive volte a contrastare l’emergenza Coronavirus. Al vaglio dell’Esecutivo non solo norme necessarie per tutelare la sicurezza nazionale e a circoscrive il pericolo sanitario, ma anche azioni di intervento mirate a salvaguardare le persone impossibilitate a tornare e/o riprendere a lavorare per via dell’epidemia.

Arriva così, con queste premesse, la norma “salva stipendi” contenuta nel decreto Conte. Riconosciuto il periodo di malattia ai lavoratori in quarantena e la cassa integrazione ordinaria alle imprese costrette a rimanere chiuse, adesso nel decreto prendono forma altre misure di sostegno economico per i dipendenti pubblici costretti a casa.

Tali norme si rivolgono alla generalità degli impiegati della Pubblica Amministrazione impossibilitati a presentarsi a lavoro, a prescindere dal fatto che siano stati o meno contagiati.

Per questi non saranno considerate come assenze le giornate di chiusura degli uffici, né tanto meno ci saranno tagli in busta paga per chi è ricoverato in ospedale o è in malattia (perché è stato contagiato) oppure – semplicemente – è in quarantena a causa del Coronavirus.

Coronavirus, cosa succederà ai dipendenti del settore pubblico

L’unica cosa a cui i dipendenti del settore pubblico dovranno rinunciare nel periodo di quarantena, e fino a quando il Coronavirus impedirà loro di tornare a lavoro, sono i buoni pasto. Tutto il resto, non solo lo stipendio, resta salvo e tutelato. Per questo motivo, a livello anche previdenziale, non dovranno fare i conti con alcun buco retributivo.

Come per i lavoratori del settore privato, inoltre, Cassa depositi e prestiti si è attivata anche a favore dei lavoratori del settore pubblico.

Dopo aver attivato il servizio “Piattaforma imprese”, finalizzato allo stanziamento di fondi fino a 1 miliardo di euro per le PMI colpite dal Coronavirus, la società per i lavoratori statali ha disposto anche lo slittamento delle rate dei mutui dal 2020 al 2021 in ben 8 Comuni in Lombardia e uno in Veneto.