L’agriturismo è una delle attività legate alla campagna che più intrigano chi vuole abbandonare la città, il traffico, lo smog e iniziare una nuova vita a contatto con la natura. Ma un agriturismo non è un semplice ristorante di campagna, ha delle caratteristiche specifiche che vanno conosciute e rispettate dato che la legge definisce ciò che è un agriturismo.
Chi apre un agriturismo è un imprenditore agricolo che, oltre all’attività di ristorazione, si occupa di coltivare i campi annessi o allevare gli animali. A livello burocratico significa che almeno uno dei soci dell’azienda deve essere un imprenditore agricolo. Questa è una qualifica imprescindibile.
Ciò che si mangia e si beve negli agriturismi deve provenire in prevalenza dalla propria azienda o da altre aziende agricole locali. Questo vale anche per le bevande alcoliche e i distillati. Vanno privilegiati prodotti tipici, ad esempio quelli a denominazione di origine: DOP, IGP, IGT, DOC e DOCG.
Gli agriturismi organizzano anche delle degustazione dei prodotti all’interno dell’azienda, sia agricoli che legati alla produzione vitivinicola.
Non si escludono attività che vanno al di là della ristorazione: un agriturismo può dedicarsi all’organizzazione di attività ricreative, culturali, didattiche, sportive, escursionistiche, anche stabilendo partnership con enti e istituzioni locali attive nella valorizzazione del territorio.
Per avviare l’azienda si dovrà naturalmente aprire la partita IVA (modello AA9/12 in caso di impresa individuale o AA7/10 in caso di contribuenti diversi dalle persone fisiche).Il codice da utilizzare per l’attività di agriturismo è il 55.20.52.
L’iscrizione alla Camera di Commercio diventa obbligatoria se si prevede un giro d’affari annuo che superi i 7mila euro.
Serve il nulla osta all’Ispettorato Provinciale Agricoltura di competenza.
La Segnalazione Certificata di Inizio Attività (SCIA) va presentata al comune di competenza entro 30 giorni. Si tratta della dichiarazione che consente di iniziare, modificare o cessare un’attività produttiva (artigianale, commerciale, industriale), senza dover più attendere i tempi e l’esecuzione di verifiche e controlli preliminari da parte degli enti competenti.
Si può legare all’attività di ristorazione anche l’ospitalità: fino ai 10 posti letto è sufficiente il requisito di abitabilità ai sensi dell’art. 5 comma 5 della Legge Nazionale n. 96 del 2006.
Se abbiamo in mente una attività di ristorazione limitata (10 pasti) e la degustazione di prodotti dell’azienda, possiamo utilizzare la cucina domestica; va comunque garantita la sicurezza alimentare tramite la procedura HCCP.
Vanno considerate anche le barriere architettoniche: ogni agriturismo deve avere minimo una stanza accessibile per i diversamente abili ogni 10 stanze da letto. Il numero aumenta all’aumentare della capacità ricettiva della struttura.
La legge consente anche di mettere a disposizione una piscina per i clienti dell’agriturismo: è considerata ‘privata ad uso collettivo’ e non vi è l’obbligo di avere un bagnino a controllare.
Se vogliamo aprire un agriturismo dobbiamo sapere che è un impegno che va ‘mantenuto’ per almeno novanta giorni all’anno, così dice la legge.
Possono rientrare nell’orbita dell’agriturismo anche servizi aggiuntivi come il trasporto gratuito dei clienti agli aeroporti o alle vicine stazioni.
Anche il benessere può essere materia dell’agriturismo: ad esempio si possono fornire dei servizi sullo stile delle beauty farm; vanno però utilizzati prodotti naturali, meglio se di produzione propria o a km zero.
A livello fiscale va ricordato che l’agriturismo produce reddito d’impresa; non si applica il regime fiscali delle attività agricole.
Ecco le condizioni:
- imposte dirette: il reddito viene determinato in maniera forfettaria, poi si applica ai ricavi il coefficiente del 25%;
- IVA: c’è la riduzione del 50% per operazioni imponibili (è necessario l’applicazione separata dell’IVA per l’attività agricola e quella agrituristica).
Si può comunque evitare il regime forfettario e optare per quello ordinario.
A livello di adempimenti fiscali vanno effettuati:
- Comunicazione annuale dati IVA e Dichiarazione IVA;
- Modello 770 (per ritenute durante il periodo d’imposta);
- Modello Unico;
- Modello IRAP.
E, se una nuova vita in campagna non vi basta, vi suggeriamo un’altra ricetta per la felicità: lavorare 6 mesi l’anno e il resto del tempo girare il mondo in bicicletta.
Fonte: Ecoseven.net
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