(Teleborsa) E’ stato bello, ma è tempo di dirsi addio. Si separano (con anticipo) le strade tra fisco e studi di settore. Che fossero destinati a fare i bagagli per andarsene definitivamente in soffitta, infatti, era cosa nota ormai da un po’. La novità, invece, è che Palazzo Chigi ha giocato d’anticipo accelerando la loro uscita di scena. Addio studi di settore, infatti, a partire già da quest’anno. Al loro posto debuttano gli Indici sistematici di affidabilità (ISA).
La Commissione Bilancio, infatti, ha approvato l’emendamento alla manovrina che li introdurrà già nel 2017.
Adesso la palla passa all’Agenzia delle Entrate che dovrà emanare apposito provvedimento entro 90 giorni dall’entrata in vigore della manovra bis.
Oltre “a semplificare gli adempimenti e migliorare il rapporto cittadini-Fisco», come ha spiegato il presidente della Commissione Finanze, Maurizio Bernardo, un altro obiettivo «è la creazione di un sistema di premialità legato al posizionamento del contribuente che prevede l’esonero da alcuni adempimenti e l’esclusione dagli accertamenti sulle presunzioni semplici”.
Il fisco premia – Cambia, dunque, (si spera in meglio) il rapporto tra fisco e contribuenti che, a volerla dire tutta, non è mai stato rose e fiori. A dare un cambio di rotta ci penserà una pagella in piena regola pronta a premiare i più buoni, ossia i contribuenti più virtuosi.
Cosa sono gli ISA – In pratica, sono i nuovi indici sulla base dei quali valutare l’affidabilità fiscale di circa tre milioni e mezzo di contribuenti titolari di partite Iva, su una scala da 1 a 10.In essi sono sintetizzati diversi indicatori elementari con il fine di verificare la normalità e la coerenza della gestione aziendale. La loro valutazione permetterà al contribuente di accedere ad un regime di premialità crescente basato su minori adempimenti e accertamenti meno stringenti.