Dopo non pochi ritardi e malfunzionamenti, dal 15 giugno Immuni è finalmente attiva su tutto il territorio italiano. L’app (questo il sito ufficiale) per il contact tracing fortemente voluto dal Governo per monitorare, e soprattutto scongiurare, la diffusione del Covid però desta non poche perplessità, anche all’interno della comunità scientifica.
Il parere di 9 esperti
Adnkronos Salute ha chiesto a 9 esperti in prima linea nella lotta a Coronavirus se Immuni serve davvero, e su cosa eventualmente esprimono dei dubbi.
I medici e i virologi consultati sono: Giorgio Palù, past president della Società europea di virologia e professore emerito di Microbiologia dell’Università di Padova, Fabrizio Pregliasco, virologo dell’università degli Studi di Milano, Alberto Zangrillo, direttore delle Unità di anestesia e rianimazione generale e cardio-toraco-vascolare dell’ospedale San Raffaele di Milano, Andrea Crisanti, direttore del Dipartimento di medicina molecolare dell’Università di Padova e direttore dell’Unità operativa complessa di microbiologia e virologia dell’azienda ospedaliera di Pavia, Antonella Viola, immunologa, Massimo Ciccozzi, responsabile dell’Unità di statistica medica ed epidemiologia molecolare dell’Università Campus Bio-Medico di Roma, Pierluigi Lopalco, epidemiologo dell’Università di Pisa, Giuseppe Novelli dell’Università di Tor Vergata, Roberto Burioni, virologo.
I dubbi dei virologi su Immuni
Abbiamo riassunto qui le criticità maggiori evidenziate dagli esperti.
- se il 60% degli italiani scarica l’app, non è detto che questa sia in grado di funzionare. La probabilità che due persone che ce l’hanno sul telefonino si incontrino sarebbe così del 36% e quindi non servirebbe
- la governance: chi ha sviluppato l’app la gestisce anche e questo potrebbe essere un problema. L’ideale sarebbe farla gestire a un organismo totalmente indipendente e terzo
- non si sa quanto vicina deve essere una persona per essere captata (qui l’intervista di QuiFinanza a Giuseppe Busia, Segretario generale dell’Autorità Garante per la Privacy)
- il sistema operativo deve essere aggiornato su molti smartphone
- il Bluetooth deve essere sempre acceso
- volontarietà dell’individuo: siamo sicuri che tutti quelli che sono stati contagiati vogliano dichiarare di essere stati positivi al Covid? E poi, se riceviamo una notifica che ci avvisa di aver incontrato un ex positivo, siamo sicuri di voler seguire le indicazioni che Immuni ci darà?
- per funzionare dovrebbe averla scaricata almeno il 70% degli italiani
- manca un servizio che, in caso di contatto con un positivo, accompagni il cittadino verso il percorso giusto.