Bitcoin, di chi non fidarsi: come ereditarli e dichiararli al fisco

Manca una normativa chiara, ma intanto si moltiplicano truffe e riciclaggi di denaro sporco

Il fermento che circonda bitcoin e in generale il mercato delle criptovalute ha offuscato per lungo tempo alcuni problemi legali che riguardano direttamente le nuove monete digitali, ma che tuttavia stanno venendo lentamente alla luce. Specialmente in un periodo come questo, in cui il loro prezzo è sceso sensibilmente.

Bitcoin, cosa non funziona

In tutto il mondo continuano a fare notizia tentativi più o meno riusciti di truffe, casi di depositi di ingenti somme bloccati forse per sempre, riciclaggio di denaro sporco e un’evidente quanto ingente evasione fiscale.

Momento negativo a parte, (bitcoin infatti solo da poco è riuscito a risalire sopra i 20 mila euro dopo il crollo delle scorse settimane) il mercato attorno alla blockchain sembra avere tutte le carte in regola per diventare il bene rifugio del futuro. Rispetto alle valute tradizionali come euro e dollaro, le criptovalute hanno una maggiore sicurezza, trasparenza, velocità di scambio, comodità nella loro detenzione e meccanismi anti raggiro. Una sola cosa manca. Manca una regolamentazione.

Bitcoin, ecco di chi non fidarsi

Primo prototipo funzionante di denaro alternativo, il successo di bitcoin ha portato alla nascita di altre 18 mila criptovalute. Qui come è cambiato il loro valore negli ultimi dieci anni. In molti quindi hanno deciso di tentare la fortuna e scommettere il proprio futuro legandolo alla creazione di una moneta di proprietà. Tuttavia, non tutte le monete digitali poggiano su fondamenta altrettanto sicure.

Pertanto, se ci si trova in dubbio se investire o meno i propri risparmi in un bene esclusivamente telematico, occorre fare le seguenti cose:

  • collegarsi via Internet al sito dell’azienda che ha fondato il prodotto che si intende acquistare.
  • leggere il whitepaper, un rapporto ufficiale pubblicato dall’impresa in cui sono contenute informazioni sulla criptovaluta. Tra le più importanti funzionamento e obiettivi.
  • verificare l’identità dei fondatori attraverso i loro profili LinkedIn o altri strumenti di comunicazione
  • controllare chi sono i partner che sostengono l’iniziativa.

È altresì importante ricordare che dal momento in cui si approcciano questi asset con finalità speculative, essi diventano a tutti gli effetti dei prodotti finanziari. A chiarirlo è stata la Cassazione in una sentenza di fine 2021. Di conseguenza, chi è privo di una formazione consolidata in materia, deve sempre ricordarsi che di fronte ha strumenti altamente sofisticati, ad alta volatilità e inseriti in un mercato senza orari di chiusura.

Come ereditare bitcoin

Un altro nodo da sciogliere per gli appassionati di diritto riguarda la successione. Infatti, qualora il proprietario di un wallet morisse all’improvviso senza comunicare agli eredi la chiave privata necessaria ad accedere al suo portafogli, in che modo i congiunti potrebbero beneficiare della fortuna accantonata negli anni dal familiare? Per ora le vie più percorribili restano due:

  • scrivere su un supporto fisico la sequenza esatta delle dieci parole che l’algoritmo ha emesso durante l’apertura del conto
  • aprire un wallet cointestato sui possono operare più utenti, al pari di un comunissimo conto corrente.

Bitcoin, vanno inseriti nella dichiarazione dei redditi?

Difficile inquadrare a livello giuridico le criptovalute. L’ordinamento italiana ha scelto di accumularle a qualsiasi altra valuta estera. Una definizione che però desta più di qualche perplessità tra gli esperti in materia.

Di conseguenza la mancanza di una normativa chiara sta generando interpretazioni caotiche di leggi già esistenti. Si tratta però di testi scritti anni prima l’invenzione della “catena a blocchi”. Pertanto è impossibile che producano effetti totalmente efficaci.

Si prenda come esempio la compilazione della dichiarazione di redditi. Come inserire i token nel nostro 730? In teoria, al pari di dollari e sterline, occorrerebbe compilare il quadro RW, come da articolo 4 del decreto legislativo 167 del 1990. Difficile però calcolarne il valore esatto.

Già, perché le contrattazioni di criptovalute non seguono orari di apertura e di chiusura come le Borse internazionali e il mercato è così volatile da rendere arbitraria qualunque cifra decisa a tavolino. L’Agenzia delle Entrate ad esempio ha consigliato (non imposto) di prendere come metro di misura il costo al quale sono state comprate, che sarà sicuramente diverso da quello corrente.