La crisi energetica in atto e la prospettiva di elettrificazione della mobilità di massa portano in una direzione ben precisa: il ritorno all’energia nucleare, attraverso il cosiddetto nucleare ‘pulito’ di ultimissima generazione. Ne ha fatto cenno il presidente del Consiglio Mario Draghi nel suo intervento alla Camera, dove si è discusso della rinuncia al gas e al petrolio russi e delle prospettive energetiche future dell’Italia.
Ue prevede reattore entro il 2028
L’Unione europea prevede l’entrata in funzione del primo prototipo di reattore a fusione entro il 2028 – ha detto Draghi. “L’impegno tecnico ed economico – ha aggiunto – è concentrato sulla fusione a confinamento magnetico, che attualmente è l’unica via possibile per realizzare reattori commerciali in grado di fornire energia elettrica in modo economico e sostenibile”. La strategia europea per l’energia da fusione, ha sottolineato il premier, è sviluppata dal consorzio EUROfusion, che gestisce fondi Euratom (il programma di ricerca e formazione della Comunità europea dell’energia atomica, ndr) pari a oltre 500 milioni di euro per il periodo tra il 2021 e il 2025. “Questo consorzio prevede l’entrata in funzione del primo prototipo di reattore a fusione nel 2025-28“.
Per quanto riguarda l’Italia, il nostro “è uno dei principali membri del consorzio ed è presente con università, istituti di ricerca e industrie, sotto il coordinamento dell’Enea, l’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile. Negli ultimi anni sta prendendo vigore, soprattutto negli Stati Uniti e nel Regno Unito, lo studio di reattori in cui il contenimento del plasma viene ottenuto tramite campi magnetici molto alti. Continuiamo a seguire e a sostenere questi sviluppi sul fronte della ricerca”.
Nucleare, i dubbi
L’ipotetico ritorno al nucleare è stato accolto con scetticismo sia da diverse associazioni che si battono per l’ambiente, sia da un discreto numero di ricercatori. Giuseppe Onufrio, direttore di Greenpeace Italia, fisico di formazione, liquida l’uscita con un eloquente “continua la fuffa sulla fusione” – si legge sul sito di Lifegate.
Lo scorso 3 marzo, l’Autorità francese per la sicurezza nucleare (Asn) aveva interrotto i lavori per la realizzazione del grande reattore sperimentale a fusione nucleare Iter (International Thermonuclear Experimental Reactor) di Cadarache, nel sud della Francia: un progetto che serve a dimostrare la fattibilità della fusione ma che per costi (fino a 30 miliardi di euro stimati) e difficoltà di realizzazione non ha al momento una data stimata di ultimazione.