Prime Video come Netflix: abbonamento con pubblicità

Amazon Prime Video potrebbe introdurre un abbonamento con pubblicità: ecco le possibili prospettive del servizio streaming

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Luca Incoronato

Giornalista

Giornalista pubblicista e copywriter, ha accumulato esperienze in TV, redazioni giornalistiche fisiche e online, così come in TV, come autore, giornalista e copywriter. È esperto in materie economiche.

È sempre più frequente la scelta delle grandi piattaforme di streaming di tendere la mano ai propri utenti. Chiaro il problema dei numerosi abbonamenti, che a fine mese gravano sulle finanze degli spettatori casalinghi. Ciò costringe a operare una scelta, così si sta facendo largo, ormai da un po’, una spinta verso il passato, verso la televisione a essere precisi.

Un movimento americano, che però le grandi piattaforme stanno lentamente sperimentando anche in Europa. Si tratta di un abbonamento economico caratterizzato dalla presenza di spot pubblicitari. Così come fatto da Netflix, anche Amzon Prime Video pare possa virare verso questa soluzione. Vediamo nel dettaglio come potrebbero cambiare le cose a breve.

Pubblicità su Prime Video: come funzionerà

Iscriversi ad Amazon Prime Video è decisamente un’esperienza diversa da quella proposta da Netflix, Disney, Apple TV e, oltre oceano, Max (piattaforma lanciata da HBO e Warner Bros, ndr). Il motivo è semplice e risiede nell’ecosistema che tale spesa consente di sfruttare. Chi ha un abbonamento Prime lo fa principalmente per i vantaggi sul marketplace. Inizialmente, infatti, la piattaforma streaming era un divertente regalo.

Questo vantaggio è però diventato qualcosa di più, crescendo anno dopo anno, arrivando a produrre ad esempio la serie TV più costosa di tutti i tempi, Il Signore degli Anelli: Gli Anelli del Potere. Se è vero che il costo è aumentato in maniera graduale, con l’Europa ampiamente avvantaggiata rispetto al mercato USA, è innegabile come i pro siano enormi.

Nonostante ciò, Amazon ha deciso di tentare di attirare più pubblico possibile, convincendo anche i più scettici. Stando a quanto spiegato dal Wall Street Journal, si starebbe studiando un nuovo piano d’abbonamento, riservato allo streaming, dunque non più omnicomprensivo. Si dovrebbe tentare una sperimentazione nel mercato USA, dov’è già venduto in formato indipendente, al costo di 8.99 dollari al mese.

Il nuovo prezzo di Amazon Prime Video

Non ci sono al momento ipotesi sul possibile nuovo prezzo, che potrebbe avvicinarsi a quello che è attualmente il costo mensile in Italia, comprensivo però di tutto il pacchetto al completo. Nel nostro Paese ha un costo di 4.99 euro al mese e 49.90 all’anno, con spedizioni, Amazon Photos e altro incluso.

Una questione da studiare attentamente, considerando anche l’iniziale fatica registrata da Netflix con tale servizio. Oggi invece il gruppo dichiara d’aver superato quota 5 milioni di iscritti con abbonamento pubblicitario, a sei mesi dal debutto. Sarebbe interessante però ottenere dei dati e scoprire la fascia d’età degli utenti iscritti. I più giovani non sono infatti abituati a consumare contenuti online interrotti da spot pubblicitari, il che potrebbe condannare questo esperimento a un fiasco. Differente sarebbe il discorso in caso di placement che non vadano a interrompere la visione, con strisce in sovraimpressione nella parte bassa dello schermo. Un fastidio che non metterebbe in pausa la scena in corso, mantenendo fluida l’esperienza e garantendo un prezzo accettabile.

Ciò che resta da capire è se gli sponsor possano apprezzare una manovra di questo tipo, già da tempo prevista nel mondo della TV statunitense. Ad oggi il rapporto tra il colosso di Jeff Bezos e il comparto pubblicitario è molto proficuo, con 9.5 miliardi di dollari di entrate nel primo trimestre. Per comprendere quanta rilevanza abbia questa componente, basti pensare che Amazon è la terza società per maggiori entrate pubblicitarie negli Stati Uniti, dopo Google e Meta.

Il cambiamento sembra dietro le porte, anche se in Italia, al netto dei prezzi attuali, potrebbe avvenire tra svariati anni. Prime Video non risulta infatti essere un extra così ingombrante nelle finanze mensili, per quanto offerto. A maggiori investimenti corrisponderanno però dei certi aumenti, soprattutto se lo spazio dedicato al calcio dovesse aumentare. Si resta quindi alla finestra.