La scoperta della nuova variante in Sudafrica ha messo in allarme gli esperti e tutte le istituzioni a livello mondiale, portando all’inserimento in tempi più rapidi del ceppo tra le “varianti di preoccupazione” da parte dell’Oms, insieme alle altre Alfa, Beta, Delta e Gamma. Oltre alla velocità della decisione messa in atto, c’è un’altra particolarità che distingue la Omicron rispetto alle altre e riguarda proprio il nome.
Variante Omicron, perché l’Oms ha saltato Nu e Xi: la classificazione
Nel procedimento di classificazione delle varianti, la commissione di esperti dell’Organizzazione mondiale della Sanità ha deciso dallo scorso giugno di utilizzare le lettere dell’alfabeto greco sia per una riconoscibilità universale sia per evitare etichette ritenute discriminatorie, come avvenuto nelle prime fasi della pandemia, identificando le versioni del Sars-CoV-2 con i luoghi di provenienza, con l’attribuzione degli aggettivi come “britannica”, “indiana” o “brasiliana” (qui abbiamo spiegato perché la variante Omicron fa più paura).
La denominazione è andata avanti fino ad ora in ordine progressivo man mano che veniva scoperta una nuova variante, ma nel caso di quest’ultima è stato deciso di saltare le due lettere previste di seguito, la “Nu” e la “Xi”, arrivando direttamente al quindicesimo segno dell’alfabeto greco, appunto “Omicron” (qui abbiamo parlato gli effetti sull’economia della scoperta).
Una scelta inaspettata, tanto che nei primi commenti subito dopo la scoperta del ceppo in Sudafrica, alcuni esperti si sono riferiti alla variante col nome di “Nu”, la prossima di turno dopo la “Mu” usata per identificare quella scovata per la prima volta in Colombia.
Variante Omicron, perché l’Oms ha saltato Nu e Xi: la spiegazione
Dietro all’utilizzo di Omicron si sono date interpretazioni di natura politica, che l’Oms ha smentito intervenendo direttamente con una nota, fornendo invece spiegazioni sia pratiche sia anti-discriminazione.
Come ha spiegato la portavoce dell’Organizzazione Margaret Harris, il ricorso alla lettera “Nu” avrebbe potuto creare confusione per la somiglianza del suono con la parola inglese “new” cioè “nuova” provocando un bisticcio di parole qualora si usasse ad esempio la frase “the new Nu variant”, rendendo complicata la distinzione e portando a pensare a un’altra nuova variante (qui abbiamo scritto dei casi di Omicron identificati in Europa e in Italia).
Questione diversa per quanto riguarda “Xi” che rappresenta un cognome estremamente comune, soprattutto in Cina, “e le nostre linee guida – ha spiegato Harris – impongono di non utilizzare nomi che possano danneggiare gruppi culturali, sociali, nazionali, regionali, professionali o etnici”.
La decisione era però inizialmente finita al centro delle polemiche, in particolare da parte di quelli che dall’inizio della pandemia considerano l’Oms filo-cinese, secondo le quali si sarebbe evitato l’utilizzo della lettera “Xi” per non turbare la sensibilità del presidente cinese Xi Jimping.