La variante Delta, isolata per la prima volta in uno Stato dell’India, è presente in 16 regioni italiane ed è stata rilevata, a livello nazionale, sul 22,7% di tamponi sequenziati. I dati, presenti nell’ultimo rapporto di Istituto Superiore di Sanità (ISS), ministero della Salute e Fondazione Bruno Kessler, si riferiscono a un’indagine flash su 777 campioni prelevati il 22 giugno. Nonostante, quindi, la situazione potrebbe essere nel frattempo cambiata, e la Delta rappresentata anche in regioni non menzionate nel resoconto istituzionale (per difetto del prelievo a campione), il quadro al 22 giugno evidenzia comunque un incremento della variante Delta dall’1% al 22% di prevalenza in 30 giorni (ecco in quanto tempo si trasmette la variante Delta).
Quali sono le regioni in cui è stata individuata la variante Delta
Le regioni in cui è stata trovata la variante Delta sono Abruzzo, Calabria, Campania, Emilia-Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Bolzano, Piemonte, Puglia, Sardegna, Sicilia, Toscana, Veneto. “La crescita della Delta è un dato atteso”, ha commentato Silvio Brusaferro, presidente dell’ISS. “Deve essere monitorata con grande attenzione ed è fondamentale insistere con l’attività di tracciamento sistematico dei casi”.
Ecco, il tracciamento: finché il numero di casi si mantiene sotto la soglia dei 50 ogni 100mila abitanti, monitorare i positivi è un’operazione possibile. In Italia siamo ampiamente sotto questa soglia. Il sequenziamento è una delle armi principali contro la variante più contagiosa, che in Inghilterra è responsabile dei livelli record di positività registrati oltremanica negli ultimi giorni.
Quanto sono efficaci i vaccini contro la variante Delta
L’altra difesa si chiama vaccino. Tutti e 4 i ritrovati approvati dall’EMA e disponibili in Italia offrono una buona protezione contro la variante Delta, anche se dopo la seconda dose (tranne nel caso di Johnson & Johnson che è monodose).
Un nuovo studio condotto negli Stati Uniti mostra un’efficacia di Pfizer al 36% e di AstraZeneca al 30% dopo la prima dose nel contrasto alla variante Delta. Un piccolo studio inglese che ha avuto per oggetto Moderna, ne ha dimostrato l’efficacia dopo due dosi poco sopra il 94%. Un soglia che si riduce da 3,2 a 2,1 volte nel caso della variante Delta.
Sul monodose esistono meno dati. Il preparato si è dimostrato efficace contro la variante Delta anche otto mesi dopo l’inoculazione, con un piccolo calo di potenza e non sembra sia immediatamente necessaria una seconda dose di vaccino.
Qui altri dettagli sull’efficacia dei vaccini contro la variante Delta.