Non ci sono i presupposti per avvantaggiare i donatori di sangue nella somministrazione del vaccino anti Covid-19. Lo ha stabilito il ministero della Salute con una nota inviata alle associazioni di categoria egli assessorati regionali dove si comunica di non prevedere al momento una precedenza per i donatori che verranno quindi immunizzati “in una fase successiva rispetto alle categorie già individuate, che presentano un maggior rischio clinico”.
Vaccino Covid, quando è il turno dei donatori di sangue: l’indicazione
L’indicazione arriva come chiarimento su un altro documento prodotto dal ministero, in data 21 gennaio, nel quale si faceva riferimento alla possibilità di vaccinare i donatori di sangue successivamente alle categorie più fragili.
Alcune iniziative a livello regionale avrebbero infatti, come fanno sapere dalla Sanità, fatto pensare a una corsia preferenziale rispetto ad altre categorie previste dal Piano.
“La vaccinazione dei donatori di sangue potrà essere prevista successivamente alla vaccinazione delle categorie fragili a rischio – si legge nell’ultima comunicazione -, secondo quanto verrà stabilito negli aggiornamenti del documento ‘Raccomandazioni ad interim sui gruppi target della vaccinazione anti-Sars-CoV-2/Covid-19 – marzo 2021’, ferma restando la possibilità del donatore di sangue di essere sottoposto a vaccinazione qualora rientri in una delle altre categorie individuate dal medesimo Piano”.
Vaccino Covid, quando è il turno dei donatori di sangue: le associazioni
La nota è stata diffusa dalle stesse associazioni coinvolte: il Centro Nazionale Sangue e il Civis, Coordinamento Interassociativo Volontari Italiani Sangue, la sigla che raccoglie le principali associazioni di donatori (Avis, Fidas, Fratres e Croce Rossa Italiana).
In questa medesima direzione va letta la possibilità, allo studio in alcune parti d’Italia, di un impiego dei presidi sanitari di norma predisposti a Centri di Raccolta Sangue, come eventuali centri di vaccinazione straordinaria, che saranno utilizzati per la somministrazione delle dosi anti-Covid per le categorie già previste e non quindi per i donatori.
“Il risultato degli sforzi che abbiamo messo in campo insieme alle Strutture Regionali di Coordinamento ed alle Associazioni e Federazioni del Civis (Avis, Fidas, Fratres e Cri) – ricorda il direttore del Centro Nazionale Sangue Vincenzo De Angelis – è che la donazione rimane una procedura assolutamente sicura, e non si hanno notizie di focolai tra i donatori o gli operatori dei centri di raccolta. I donatori non rappresentano quindi una categoria più a rischio di contrarre il virus”.