Vaccini Covid e morti: quale legame davvero nel nuovo rapporto AIFA

L’Agenzia Italiana del Farmaco ha pubblicato il quarto Rapporto di farmacovigilanza sui vaccini Covid-19 in cui spiega tutti i dati raccolti e analizzati, con importanti conferme

L’Italia potrebbe arrivare al milione di vaccini anti-Covid somministrati al giorno a giugno, con l’aiuto di medici di famiglia e farmacie. Il commissario all’emergenza generale dell’Esercito Francesco Paolo Figliuolo è più che ottimista. “L’imperativo categorico è accelerare. Abbiamo già fatto molto, ma dobbiamo allungare il passo. Il mio obiettivo è superare le 500mila somministrazioni al giorno entro giugno”, ha detto, spiegando che in Italia ci sono circa 43mila medici di famiglia e 20mila farmacie.

Il piano è chiaro: se ogni medico inoculasse 10 vaccini al giorno, otterremmo 430mila dosi in più, alle quali se ne potrebbero aggiungere altre 100mila per il ruolo delle farmacie. “Le previsioni sono approssimative, ma se aggiungiamo a queste proiezioni quello che già facciamo possiamo riuscirci”.

Il quarto rapporto AIFA di farmacovigilanza sui vaccini Covid

Intanto, dall’AIFA-Agenzia Italiana del Farmaco arriva il quarto Rapporto di farmacovigilanza sui vaccini Covid-19 in cui vengono spiegati tutti i dati raccolti e analizzati, con importantissime conferme.

I dati riguardano le segnalazioni di sospetta reazione avversa registrate nella Rete Nazionale di Farmacovigilanza tra il 27 dicembre 2020 e il 26 aprile 2021 per i quattro vaccini in uso nella campagna vaccinale in corso:

Vaccini e decessi, i numeri di Pfizer, Moderna e AstraZeneca

Una domanda che molti italiani si fanno è quanto i vaccini siano pericolosi. E la risposta, fortunatamente, è chiarissima: ci sono probabilità infinitamente basse di sviluppare una reazione avversa.

In Italia, al 26 aprile 2021, sono state effettuate 223 segnalazioni sui vaccini anti-Covid con esito “decesso”. Riguardo alla possibilità di morte dopo il vaccino, il tasso di segnalazione dei casi con esito fatale registrato in Italia è di 1,23 su 100mila dosi per tutti i vaccini, senza distinzione.

Nello specifico, queste le morti segnalate:

  • Pfizer: 150 (1,17 su 100mila)
  • Moderna: 39 (3,05 su 100mila)
  • AstraZeneca: 34 (0,85 su 100mila)

Il 55,6% dei casi riguarda donne, il 43,4% uomini mentre lo 0,89% (2 schede) non riporta questo dato. L’età media è di 79,1±15,9 anni (range 26-104 anni).

L’evento fatale, spiega l’AIFA nel suo report, è stato segnalato dopo la prima dose in 141 casi e dopo la seconda dose in 59 casi (il dato è mancante in 23 segnalazioni), con un tempo intercorrente tra la somministrazione del vaccino e la data segnalata del decesso che varia da 2 ore fino ad un massimo di 28 giorni.

Vaccino e morti, quanto incidono malattie pregresse e fattori di rischio

Non sono descritti decessi a seguito di shock anafilattico o reazioni allergiche importantifrequente la segnalazione di eventi correlati a patologie pregresse o fattori di rischio specifici per l’evento fatale considerato.

Su 223 casi segnalati totali, infatti, 191 segnalazioni sono relative a pazienti fragili con una o più patologie intercorrenti o pregresse e in politerapia, soprattutto malattie cardiovascolari, malattie metaboliche, patologie oncologiche, malattie neurodegenerative (come l’Alzheimer), malattie respiratorie, patologie renali o epatiche gravi e malattie del sistema emolinfopoietico.

Il differente tasso di segnalazione di eventi con esito fatale è in larga parte dipendente dalla diversa popolazione target dei singoli vaccini e dalla diversa esposizione. Dobbiamo infatti ricordare che:

  • Pfizer è il vaccino più somministrato, in una popolazione più eterogenea per età rispetto al vaccino Moderna, e, pertanto, ha il peso maggiore nel calcolo del tasso di segnalazioni di decesso dell’intera popolazione dei vaccinati;
  • Moderna è stato somministrato soprattutto a pazienti più anziani o molto fragili, con conseguente maggiore probabilità di eventi fatali coincidenti;
  • AstraZeneca è stato usato, nel periodo in esame, mediamente in una popolazione più giovane e meno fragile, con conseguente tasso di segnalazione di decessi più basso.

Le segnalazioni di morte risultate correlabili al vaccino sono 3 (2%), di cui un caso già descritto nel precedente Rapporto e due nuovi casi che si riferiscono a un uomo di 46 anni e a una donna di 32 anni, deceduti 12 giorni dopo la somministrazione della prima dose di vaccino AstraZeneca per trombosi e concomitante livello di piastrine basso.

Vaccino Covid e trombosi

In Italia, fino al 26 aprile 2021, sono state inserite nella Rete Nazionale di Farmacovigilanza 29 segnalazioni di trombosi venose intracraniche e 5 casi di trombosi venose in sede atipica.

La maggior parte di questi eventi (22 casi, 65%) hanno interessato le donne con un’età media di circa 48 anni e solo in 1/3 dei casi circa gli uomini (12 casi, 35%) con un’età media di circa 52 anni.

Il tempo medio di insorgenza è stato di circa 8 giorni dopo la somministrazione della prima dose di AstraZeneca (qui l’elenco dei principali sintomi a cui prestare attenzione).

Vaccini, si muore di meno

È stata anche condotta una valutazione preliminare di tipo epidemiologico per verificare se i casi ad esito fatale osservati dopo vaccinazione fossero differenti dal numero atteso di decessi in base ai dati ISTAT 2019.

L’analisi ha confermato che il numero di eventi osservati è significativamente inferiore all’atteso, considerando sia la fascia d’età che il tempo intercorso tra la vaccinazione e il decesso.

L’AIFA conclude dunque che il trend di segnalazione dei casi ad esito fatale è proporzionale al numero di soggetti vaccinati. Nella maggior parte delle segnalazioni, le informazioni sui singoli casi permettono di escludere una correlazione con la vaccinazione. Inoltre, il numero di casi osservati è ampiamente inferiore rispetto ai decessi attesi nelle varie fasce di età e finestre temporali dopo la vaccinazione.

Il confronto con il Regno Unito

I tassi di segnalazione osservati in Italia sono in linea con quelli riportati a livello internazionale, soprattutto dall’Agenzia regolatoria del Regno Unito (MHRA – Medicines and Healthcare products Regulatory Agency), che ha ampiamente utilizzato e monitorato tre dei quattro vaccini attualmente somministrati sul nostro territorio.

In base ai dati aggiornati al 29 aprile, il tasso di segnalazione di eventi ad esito fatale nel Regno Unito, indipendentemente dal nesso di causalità, corrisponde a:

  • 1,9 su 100mila dosi somministrate per Pfizer (347 segnalazioni per 18 milioni di dosi somministrate)
  • 2 su 100mila dosi somministrate per Moderna (2 per 0,1 milioni di dosi).
  • 3,1 su 100mila dosi somministrate per AstraZeneca (685 segnalazioni per 26,4 milioni di dosi).