Due studenti su tre tornano finalmente in classe. La chiusura delle scuole di ogni ordine a grado nelle zone rosse era stata decisa con il Dpcm 2 marzo.
Rientro a scuola, ecco per chi
Secondo quanto stabilito dall’ultimo decreto Draghi del 1° aprile 2021, ora che “oltre l’80% del personale scolastico è stato vaccinato” come riferito dal presidente dell’Associazione Nazionale dei Presidi (Anp) Antonello Giannelli in un’intervista a SkyTg24, il Governo ha deciso di riaprire le scuole anche in zona rossa, ma limitatamente a nidi, infanzia, primaria e prima media.
A partire da mercoledì 7 aprile, e almeno fino al 30 aprile 2021, i bambini degli asili nido, e quelli delle scuole materne, elementari e prime medie abbandonano la Dad e tornano a seguire le lezioni in classe. Restano invece chiuse, con lezioni esclusivamente a distanza, le classi della seconda e terza media, oltre alle scuole superiori e le università.
Secondo i dati forniti da Tuttoscuola, il ritorno in presenza anche in zona rossa riguarda 5,6 milioni di alunni, circa il 66% degli 8,5 milioni iscritti tra scuole statali e paritarie. Tra questi, 2,7 milioni gli alunni più piccoli della scuola dell’infanzia e delle elementari e 212mila i piccolissimi degli asili nido.
Quando e come le Regioni o i Comuni possono richiudere
La novità è che la nuova disposizione non può essere derogata da provvedimenti dei presidenti delle Regioni o delle Province autonome di Trento e Bolzano, né dei sindaci.
Questa deroga è consentita solo in casi di “eccezionale e straordinaria necessità” si legge nel decreto-legge, e cioè:
- presenza di focolai, oppure
- rischio estremamente elevato di diffusione del Covid tra gli studenti.
I provvedimenti in deroga sono comunque adottati solo dopo aver sentito le competenti autorità sanitarie e nel rispetto dei principi di adeguatezza e proporzionalità, anche con riferimento alla possibilità di limitarne l’applicazione a specifiche aree del territorio.
Cosa cambia per le scuole in zona arancione
Discorso diverso, invece, per le zone arancioni (ed eventualmente gialle se verranno ripristinate): qui le seconde e terze medie tornano “integralmente” a scuola in presenza. Le scuole superiori invece rientrano in aula almeno al 50%, e fino a un massimo del 75%, del totale degli studenti.
Sull’intero territorio nazionale, resta sempre garantita la possibilità di svolgere attività in presenza qualora sia necessario l’uso di laboratori o in caso di bisogni educativi speciali, i cosiddetti BES.