Il nuovo report dell’Istituto Superiore di Sanità fotografa la situazione dei contagi da Covid in Italia. In base a quanto emerge dal monitoraggio dell’ente, nell’ultima settimana presa in considerazione, quella dal 9 al 15 agosto, l’incidenza di casi a livello nazionale è di 69 per 100 mila abitanti. Il dato è stabile rispetto alla precedente, quando era di 68 per 100 mila abitanti.
Regioni e province a rischio: 18 territori a rischio moderato, 3 a rischio basso
Si tratta di un numero che è comunque al di sopra della soglia dei 50 casi, che permetterebbe il contenimento della diffusione del virus grazie all’identificazione dei positivi e al tracciamento dei loro contatti.
L’indice di contagio Rt, calcolato sui casi sintomatici, si attesta a 1,1, in calo rispetto alla settimana precedente, ma anche in questo caso sopra la soglia di rischio dell’1. La circolazione del patogeno è imputata principalmente ai più giovani e ai non vaccinati.
Per quanto riguarda la probabilità di diffusione del Covid, per l’Istituto Superiore di Sanità sono 18 le regioni e le province autonome a rischio moderato. Lazio, Lombardia e Veneto, in base agli indicatori, rientrano invece nella fascia di rischio basso.
Sono presi in considerazione i seguenti fattori per la valutazione, in maniera progressiva.
- Rilevazione di nuovi casi negli ultimi 5 giorni. Se non è segnalata la probabilità è molto bassa, al contrario è bassa.
- Crescita dell’indice Rt e aumento del numero e delle dimensioni dei focolai. Se non sono segnalati la probabilità è bassa, al contrario è moderata.
- Presenza di trasmissione non gestibile senza misure di contenimento come le zone rosse. Se non è segnalata la probabilità è moderata, al contrario è alta. Nessuna regione si trova in questa situazione.
Quali sono i nuovi parametri per il cambio di colore e l’ingresso in zona gialla
Ma effettivamente chi rischia davvero la zona gialla in Italia? In base alle ultime decisioni del Governo, del Ministero della Salute e della cabina di regia, per abbandonare la zona bianca è necessario avere un tasso di occupazione dei posti letto in terapia intensiva superiore al 10% e nei reparti ordinari Covid superiore al 15%. Inoltre l’incidenza settimanale deve essere superiore ai 50 casi per 100 mila abitanti.
Covid, quali sono le regioni e le province a rischio zona gialla per le terapie intensive
Di seguito i dati della saturazione delle terapie intensive nelle varie regioni e province autonome in Italia, rilevati da Agenas e aggiornati al 20 agosto.
- Abruzzo 7% (+1%)
- Basilicata 2%
- Bolzano 1%
- Calabria 5% (-2%)
- Campania 4%
- Emilia Romagna 6%
- Friuli Venezia Giulia 5% (-1%)
- Lazio 7%
- Liguria 5% (-1%)
- Lombardia 3%
- Marche 4%
- Molise 3%
- Piemonte 2%
- Puglia 5%
- Sardegna 9% (-1%)
- Sicilia 9% (-2%)
- Toscana 7%
- Trento 2%
- Umbria 4%
- Valle d’Aosta 0%
- Veneto 4%
Covid, le regioni e le province a rischio zona gialla per i posti letto in ospedale
Di seguito i dati della saturazione dei reparti ordinari nelle varie regioni e province autonome in Italia, rilevati da Agenas e aggiornati al 20 agosto.
- Abruzzo 5%
- Basilicata 10% (+1%)
- Bolzano 4% (-1%)
- Calabria 16%
- Campania 9%
- Emilia Romagna 6%
- Friuli Venezia Giulia 2%
- Lazio 8%
- Liguria 5% (+1%)
- Lombardia 5%
- Marche 5%
- Molise 4%
- Piemonte 2%
- Puglia 6% (+1%)
- Sardegna 11%
- Sicilia 18% (+1%)
- Toscana 7% (+1%)
- Trento 4%
- Umbria 8% (+1%)
- Valle d’Aosta 4% (-1%)
- Veneto 3%
Covid, quali sono le regioni e le province a rischio zona gialla per l’incidenza di casi
Di seguito i dati dell’incidenza di casi ogni 100 mila abitanti nelle varie regioni e province autonome in Italia, rilevati da Agenas e aggiornati al 20 agosto.
- Abruzzo 39,57
- Basilicata 41,93
- Bolzano 43,18
- Calabria 57,44
- Campania 50
- Emilia Romagna 58,11
- Friuli Venezia Giulia 33,49
- Lazio 50,07
- Liguria 51,81
- Lombardia 23,08
- Marche 48,85
- Molise 18,97
- Piemonte 25,77
- Puglia 30,10
- Sardegna 108,96
- Sicilia 122,91
- Toscana 85,09
- Trento 36,11
- Umbria 62,17
- Valle d’Aosta 49,59
- Veneto 51,20
Covid, chi finisce in zona gialla il 23 agosto o il 30 agosto e cosa rischia la Sicilia
In base ai dati aggiornati di Iss e Agenas, dunque nessun territorio rischia la zona gialla. Il ministro della Salute Roberto Speranza, inoltre, firma il venerdì le ordinanze per il passaggio a fasce di colore diverse delle regioni e delle province autonome. Alcune rimangono tuttavia “osservate speciali” a causa dei valori molti alti e oltre i limiti di uno o più parametri per la zona gialla.
La situazione delle terapie intensive è migliorata ovunque, con Sicilia e Sardegna che sono riuscite a rientrare all’interno del valore massimo consentito in zona gialla. Aumenta di un punto percentuale invece il dato dell’Abruzzo, comunque ben lontano dal 10%.
La saturazione dei reparti ordinari desta preoccupazioni sempre in Sicilia, dove il dato arriva al 18%, in crescita rispetto alla precedente rilevazione, e in Calabria, sopra la soglia per un punto percentuale. In aumento i posti letto occupati anche in Basilicata, Liguria, Puglia, Toscana e Umbria, comunque al di sotto del valore massimo.
Diversa la situazione dell’incidenza, con la metà dei territori sopra i 50 casi ogni 100 mila abitanti. Anche in questo caso è la Sicilia ad avere il valore più alto (122,91), seguita dalla Sardegna (108,96) e dalla Toscana (85,09). In nessun territorio si registra un aumento dell’incidenza, nonostante i
Valutando il complesso dei numeri, dunque, la Sicilia ha evitato il cambio di colore per poco. Non entrerà in zona gialla il 23 agosto, ma se i numeri delle terapie intensive dovessero rialzarsi, potrebbe rischiare di farlo dal 30 agosto. L’alto dato dell’incidenza potrebbe comunque portare a introdurre nuove misure di contenimento dei contagi, magari con un’ordinanza regionale.