In zona rossa chiudono barbieri e parrucchieri. Lo rivela la bozza del nuovo Dpcm che il Governo ha sottoposto alle Regioni. Nel documento si legge che “sono sospese le attività inerenti i servizi alla persona” diverse da quelle indicate all’interno dell’Allegato 24, già utilizzato in passato con altri Dpcm e che contiene la lista delle imprese che possono rimanere aperte. Dall’elenco, riportato di seguito, è sparita la voce che riguarda i saloni di coiffeur.
- Lavanderia e pulitura di articoli tessili e pelliccia.
- Attività delle lavanderie industriali.
- Altre lavanderie e tintorie.
- Servizi di pompe funebri e attività connesse.
Il nuovo esecutivo ha pertanto reputato più prudente chiudere le attività di barbieri e parrucchieri perché, al contrario degli altri servizi alla persona aperti in zona rossa, sono quelle che metterebbero più a rischio clienti e professionisti.
Nuovo Dpcm: quando riaprono teatri e cinema in zona gialla
Nella bozza del nuovo Dpcm si legge anche la proposta di riaprire, previa produzione di un protocollo ad hoc da parte del Comitato Tecnico Scientifico e del Ministero dei Beni Culturali, cinema, teatri e sale per concerti in zona gialla.
Dal 27 marzo il pubblico potrà andare a vedere spettacoli dal vivo nel rispetto della distanza di almeno un metro, con posti a sedere preassegnati.
Quali regioni finiscono in zona rossa e arancione dal 1° marzo
Dopo l’istituzione della zona arancione scuro (o rinforzato) e le chiusure decise a livello territoriale, con alcuni Comuni che hanno deciso di istituire nuovi lockdown, torna la zona rossa da lunedì 1° marzo in due regioni italiane, il Molise, su richiesta dell’amministrazione locale, e la Basilicata. In fascia arancione finiscono invece Lombardia, Marche e Piemonte.
Il report dell’Istituto Superiore di Sanità e del Ministero della Salute ha rilevato un “livello di rischio alto” in cinque regioni, ovvero Abruzzo, Lombardia, Marche, Piemonte e Umbria. Per quest’ultima è prevista la riconferma della zona arancione, con l’arancione rosso scuro per alcune zone. Il Molise è stato dichiarato zona rossa invece perché il governatore Donato Toma ha segnalato all’esecutivo la saturazione delle terapie intensive e dove starebbe diventando endemica la variante inglese.
In 10 regioni l’indice Rt ha superato la soglia limite di 1. Si tratta di Basilicata, dove è stato raggiunto l’1,25, Abruzzo, Calabria, Campania, Emilia Romagna, Molise, Piemonte, Trento, Toscana e Umbria.