“Nuova fase”: il Covid sta cambiando. Chi colpisce di più adesso e dove

I numeri sembrano segnalare una nuova fase da 7 giorni, ha detto il ministro della Salute Roberto Speranza. Ecco come cambia la pandemia e chi colpisce ora

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Redazione

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Una nuova fase. Siamo entrati nell’endemia, che mette fine alla pandemia? Forse. Ancora troppo presto per dirlo, ma “i numeri sembrano segnalare una nuova fase da 7 giorni” ha detto il ministro della Salute Roberto Speranza a Skytg24. “Nell’ultima settimana si registrano circa il 30% di casi in meno rispetto a quella precedente. C’è un segno meno anche su ricoveri, ma è importante restare con i piedi per terra. Serve ancora una grande attenzione. I numeri sono comunque ancora alti”.

Incidenza, Rt e tasso di occupazione negli ospedali

Osservando i dati dell’ultimo monitoraggio dell’Istituto Superiore di Sanità, infatti, si nota una lieve diminuzione dell’incidenza settimanale a livello nazionale: 1.416 per 100mila abitanti, contro i 1.661 della settimana scorsa.

Una situazione di relativo ottimismo, che ha spinto il governo ad allentare le misure su Covid e green pass (qui tutte le novità). Merito della copertura vaccinale, e della variante Omicron che al momento appare meno grave (qui gli 8 sintomi “spia” e quando fare il tampone).

Nel periodo 12-25 gennaio, l’Rt medio calcolato sui casi sintomatici è stato pari a 0,93, ancora in diminuzione rispetto alla settimana precedente e al di sotto della soglia epidemica. Stabile la percentuale dei casi rilevati attraverso la comparsa dei sintomi (38%) e quella di casi diagnosticati attraverso attività di screening (45%).

Come già nel report di settimana scorsa, anche questa volta l’Iss sottolinea però che diverse Regioni hanno segnalato problemi nell’inserimento dei dati del flusso individuale e in particolare nella segnalazione della presenza di sintomi in tutti i casi diagnosticati.

Continua a diminuire anche il tasso di occupazione dei posti letto in terapia intensiva, arrivando al 16%, rispetto al 17,5% precedente. Il numero assoluto di persone ricoverate in terapia intensiva diminuisce, passando da 1.691 a 1.549, con un decremento relativo dell’8,4%.

Il tasso di occupazione in aree mediche Covid a livello nazionale è anch’esso in leggera diminuzione: è pari al 30,4% e il numero di persone ricoverate in queste aree è diminuito da 20.037 a 19.873, con un decremento relativo dello 0,8%. L’elevato tasso di occupazione continua comunque ad imporre una revisione organizzativa delle prestazioni assistenziali erogate a favore dei pazienti Covid.

Chi è più colpito adesso dal virus

La fascia di età che registra il più alto tasso di incidenza settimanale è quella 0-9 anni, con un’incidenza pari a 2.860 per 100mila abitanti, subito seguita dalla fascia d’età 10-19, in cui si registra un’incidenza pari a 2.317. La buona notizia è che comunque entrambe sono in diminuzione rispetto alla settimana precedente.

L’incidenza più bassa, ma sempre molto elevata, si rileva invece nelle fasce di età 70-79 e 80-89, ampiamente coperte dai vaccini fino alla terza dose, dove si registra, rispettivamente, un’incidenza pari a 570 e 565 per 100mila abitanti.

Mentre il governo fissa nuove regole sulla quarantena, l’epidemia, pur mostrando segnali di inversione, rimane in una fase che l’Iss definisce “delicata”, con un forte impatto sui servizi territoriali e assistenziali. Per questo è comunque necessario continuare con il rigoroso rispetto delle misure comportamentali individuali e collettive, e in particolare distanziamento interpersonale, uso della mascherina, aereazione dei locali, igiene delle mani, riducendo le occasioni di contatto ed evitando, in particolare, situazioni di assembramento.

Una più elevata copertura vaccinale, in tutte le fasce di età, anche quella 5-11 anni, il completamento dei cicli di vaccinazione e il mantenimento di una elevata risposta immunitaria attraverso la dose di richiamo, sono gli strumenti necessari a mitigare l’impatto soprattutto clinico dell’epidemia anche sostenuta da varianti emergenti.

La nuova mappa a colore da lunedì 7 febbraio

Guardando alle situazione regionali, 3 Regioni/PPAA sono classificate a rischio alto anche se a causa dell’impossibilità di valutazione per incompletezza dei dati inviati: Abruzzo, Liguria e Veneto.

3 Regioni/PPAA risultano classificate a rischio moderato: Emilia Romagna, Toscana, Provincia autonoma di Trento, quest’ultima ad alta probabilità di progressione a rischio alto secondo. Le restanti 15 sono classificate a rischio basso.

Riguardo ai colori delle Regioni, ecco cosa cambia da lunedì 7 febbraio:

Le Regioni che restano in zona bianca:

  • Basilicata
  • Molise
  • Umbria.

Le Regioni che restano in zona gialla:

  • Calabria
  • Emilia Romagna
  • Puglia
  • Sardegna
  • Toscana.

Le Regioni che restano in zona arancione:

  • Abruzzo
  • Friuli Venezia Giulia
  • Piemonte
  • Sicilia.

A cambiare colore lunedì 7 febbraio è solo la Regione Marche, per cui scatta, per un periodo di 15 giorni, salva nuova classificazione, la zona arancione (qui tutte le regole della zona arancione).