Da settembre 2021 per gli universitari che intendono frequentare i corsi in presenza sarà necessario il possesso del Green pass, lo ha stabilito il Governo approvando un apposito decreto, cui obbligo è stato esteso a diverse categorie di lavoratori e soggetti a contatto con il pubblico (clicca qui per approfondire). Ma come funzioneranno i controlli? Verranno effettuati a tappeto? E, soprattutto, cosa rischia chi non rispetta le regole (o chi non le fa rispettare)?
Green pass Università: come saranno effettuati i controlli e chi riguarderanno
Sull’argomento Green pass obbligatorio nelle Università si è espressa Maria Cristina Messa, ministra dell’Università e della Ricerca. Intervistata da Il Corriere della Sera, la stessa ha infatti spiegato che il possesso del Green pass da parte dei studenti non sarà verificato ogni singola volta.
“Il controllo sarà a campione – ha fatto sapere -. Agli esami potrà farlo il professore o un suo delegato, prima dell’interrogazione”. Queste, in linea di massima, saranno le regole per gli studenti, su cui verranno effettuati dei controlli a campione.
Discorso diverso, invece, per docenti e personale universitario, a cui sarà richiesto (e verificato) il possesso del Green pass singolarmente. “Gli atenei più piccoli riescono a farlo all’ingresso, quelli più grandi stanno attivando delle piattaforme”, ha spiegato la ministra.
Green pass, cosa rischia chi non rispetta le regole
Un passaggio importante, nel definire l’intero sistema di controllo, è quello relativo al responsabile della procedure di verifica. In sostanza, chi deve assicurarsi che le regole vengano rispettate in materia di Green pass in Università? Anche a questa domanda, ha risposto la Messa: “l responsabile del rispetto delle regole è il rettore. Se dovessero esserci situazioni particolari, verranno segnalate alle autorità preposte. Lo spirito delle norme sull’obbligo di Green pass è chiaro, è quello di insistere sul vaccino per tornare in presenza […] Gli studenti sprovvisti rischiano la multa”.
“Le università potranno riaccogliere circa il 75 per cento dei loro studenti in presenza. Per i corsi più numerosi dovranno usare la didattica integrata con lezioni miste anche online. Il distanziamento è una misura decisa dal Cts, non si può cambiare” ha infine concluso la ministra, confermando in questo modo l’intenzione di non abbandonare i protocolli di sicurezza come quelli attualmente in vigore nelle scuole.