Finite sotto la lente d’ingrandimento delle istituzioni europee le Big Tech sono braccate dall’Antitrust per la scarsa trasparenza delle regole fatte accettare dagli utenti. L’Autorità garante della concorrenza e del mercato ha annunciato una sanzione contro Google per le condizioni di utilizzo dello spazio di archiviazione Drive, utilizzato in Italia da milioni di clienti, totalmente a favore del colosso di Mountain View.
Google, occhio a cosa si accetta: la sanzione dell’Antitrust italiana
L’Authority italiana aveva chiuso a settembre un provvedimento contro Google, Apple e Dropbox per le clausole vessatorie dei sistemi di archiviazione in “cloud”, costringendo a rimuovere alcune condizioni svantaggiose per gli utenti (qui abbiamo parlato delle decisioni dei Big Tech sui non vaccinati).
In particolare si contesta nei contratti fatti sottoscrivere dalle multinazionali l’esonero da responsabilità in caso di danni ai dati degli utenti e disservizi e la possibilità di riservarsi l’ampia facoltà di sospendere il servizio.
Secondo l’AGCM Google non avrebbe però applicato le disposizioni, tra le quali la pubblicazione di un estratto della delibera, così da avvertire l’utente sulla contestazione dell’Antitrust clausole vessatorie rilevate dall’Antitrust (a proposito di Google, qui avevamo parlato del suo modello di smartworking).
“Google – scrive il Garante, motivando la sanzione – ha adottato una modalità per cui, per gli utenti che accedono alla pagina in questione attraverso il proprio account Google, il riquadro informativo dell’esistenza dell’estratto del provvedimento dell’Autorità compare solamente al primo accesso, al verificarsi di alcune circostanze, anziché rimanere visibile per venti giorni come disposto dal provvedimento n. 29817”.
Google, occhio a cosa si accetta: la maxi multa dell’Antitrust europea
In attesa della sanzione comminata dall’Authority italiana che comunque rimarrà entro un ammontare limitato, il colosso di Mountain View dovrà pagare una multa di tutt’altra entità da parte dell’Antitrust europea.
È infatti di questi giorni la sentenza del Tribunale dell’Unione europea che ha rigettato il ricorso di Google contro la decisione della Commissione Ue di infliggere una multa da 2,42 miliardi di euro alla multinazionale, rea di aver abusato della sua posizione dominante a un vantaggio del suo servizio di comparazione degli acquisti, Google Shopping.
La sanzione risalente al 2017, all’epoca era stata la maggiore emessa dall’Antitrust europea.
L’azienda tramite una nota ha commentato così la sentenza: “Gli annunci su Shopping aiutano le persone a trovare i prodotti cercati in modo semplice e veloce, e aiutano i commercianti a raggiungere potenziali clienti. Il giudizio di oggi, che esamineremo nel dettaglio, si riferisce a una serie di fatti molto specifici e già nel 2017 abbiamo apportato modifiche per ottemperare alla decisione della Commissione Europea. Il nostro approccio ha funzionato con successo per più di tre anni, generando miliardi di clic per più di 700 servizi di shopping comparativo.”