Il 25 novembre in tutto il mondo si celebra la Giornata contro la violenza sulle donne. Perché proprio questo giorno? Perché il 25 novembre 1960, nella Repubblica Dominicana, furono uccise tre sorelle, Patria, Minerva e Maria Teresa Mirabal, attiviste politiche, per ordine del dittatore Rafael Leónidas Trujillo.
Perché la Giornata contro la violenza delle donne si celebra il 25 novembre
Quel giorno le sorelle Mirabal, mentre stavano andando a far visita ai loro mariti in prigione, furono bloccate per strada da agenti del Servizio di informazione militare. Fermate e catturate, furono stuprate, torturate, massacrate e strangolate, e poi gettate in un precipizio, a bordo della loro auto, per simulare un incidente.
Una storia agghiacciate. Niente affatto isolata. Oggi sappiamo con certezza che la pandemia ha accresciuto gravemente il rischio di violenza sulle donne. La maggior parte dei casi avviene in casa, all’interno delle mura domestiche. Un drammatico aumento della violenza contro le donne che ha visto, tragicamente, in alcuni casi, coinvolti anche minori. Stiamo parlando di Italia, non solo di mondo.
Nel 1981, nel primo incontro femminista latinoamericano e caraibico svoltosi a Bogotà, in Colombia, venne deciso di celebrare il 25 novembre come la Giornata internazionale della violenza contro le donne, in memoria delle sorelle Mirabal.
Lo slogan 2020
Per il 2020 lo slogan è “Orange the World: Fund, Respond, Prevent, Collect!”.
L’attenzione è rivolta alla richiesta di un intervento globale per colmare le lacune di finanziamento, garantire servizi essenziali per le sopravvissute alla violenza proprio durante la crisi Covid, concentrarsi sulla prevenzione e sulla raccolta di dati che possano migliorare i servizi salvavita per tutte le donne e le giovani ragazze che subiscono violenza, in ogni angolo del mondo.
I numeri della violenza sulle donne in Italia
Solo in Italia, i dati della Criminalpol indicano che tra marzo e maggio 2020, in piena pandemia e in lockdown, c’è stata una netta riduzione complessiva dei reati commessi (del 61%), ma si è registrato un allarmante, e costante, incremento di atti persecutori, maltrattamenti e di violenza sessuale.
Il reato con l’aumento più significativo è stato proprio quello legato ai maltrattamenti contro familiari e conviventi.
Nei primi dieci mesi del 2020 le donne vittime di omicidio in Italia sono state 91, una ogni tre giorni, un dato in leggera flessione rispetto alle 99 dello stesso periodo dell’anno scorso. I numeri emergono dal VII Rapporto Eures sul femminicidio in Italia, secondo cui a diminuire significativamente in realtà sono soltanto le vittime donna della criminalità comune, mentre risulta sostanzialmente stabile il numero dei femminicidi di familiari e, all’interno di questi, il numero dei femminicidi di coppia.
In pratica, l’incidenza del contesto familiare nei femminicidi raggiunge nel 2020 il valore record dell’89%, superando il già elevatissimo 85,8% registrato nel 2019. In famiglia, i femminicidi consumati all’interno della coppia salgono al 69,1%: lo scorso anno erano il 65,8%.
Cosa fare in caso di emergenza
Cosa si può fare? Assolutamente denunciare, sempre. Senza esitazioni. Come? Le donne che sono vittime di violenza e hanno bisogno di aiuto immediato possono rivolgersi ai numeri di emergenza 112 e 1522.
Quest’ultimo è il numero del servizio pubblico promosso dalla Presidenza del consiglio-Dipartimento per le pari opportunità contro la violenza e lo stalking, che offre anche la possibilità di chat per chi non potesse parlare. I numeri sono completamente gratuiti.
In alternativa, si possono contattare i centri antiviolenza, come quelli della rete Di.Re e di Differenza donna: quest’ultima offre anche sostegno legale.
In questo periodo la Polizia ha esteso YouPol, l’app realizzata per segnalare episodi di spaccio e bullismo, anche ai reati di violenza domestica.
“Mascherina 1522” in farmacia
Inoltre, è possibile recarsi in una qualunque farmacia e pronunciare questa frase: “Voglio una mascherina 1522”. Basterà riferirla al farmacista per denunciare una violenza domestica.
L’iniziativa nasce da un accordo tra i centri antiviolenza e la Federazione farmacisti. Dopo aver pronunciato la frase in codice, il farmacista fornirà alla donna vittima di violenza tutte le informazioni utili e si attiverà per fornirle aiuto.
“Call4Margherita” con ActionAid
Se non potete parlare liberamente, perché il vostro “lui” è lì con voi ad esempio, potete chiamare i numeri di emergenza e chiedere una “pizza”.
Margherita è il nome simbolico che ActionAid ha deciso di dare a quella donna che lo scorso agosto, per salvarsi dal compagno violento, ha chiamato la Polizia fingendo di ordinare una pizza. Ma è anche il nome della pizza che, oggi, diventa con la campagna “Call4Margherita” un simbolo di protesta per chiedere migliori strumenti di contrasto.
Dal 25 novembre al 2 dicembre, grazie alla collaborazione con diverse pizzerie di Milano, Bologna, Roma e Napoli, sarà possibile partecipare alla campagna e sostenere concretamente i centri antiviolenza, grazie ad un contributo che tutti potranno dare ordinando una pizza Margherita.
“Women in coffee” di Caffè Vergnano
Contro la violenza di genere in prima linea quest’anno c’è anche Caffè Vergnano con il suo progetto “Women in Coffee”.
Dal 25 novembre al 1 dicembre, tutto il ricavato della vendita della Pink Collection di Caffè Vergnano sarà devoluto al Telefono Rosa, storica associazione che si occupa da anni di offrire supporto psicologico alle donne vittima di violenza. Per sostenere attivamente la raccolta fondi Women in Coffee sarà sufficiente acquistare uno dei prodotti pink della collezione di Caffè Vergnano.
Dall’iconica tazzina da caffè alla moka, al profumo creato in esclusiva con Diletta Tonatto al mini charm- tazzina in ceramica. Tutto rigorosamente in rosa. Non manca la selezione di caffè, in grani proveniente dalle due piantagioni di donne sostenute da Caffè Vergnano (Santo Domingo e Honduras).