Perché l’immunità di gregge non arriverà nel 2021: l’allarme dell’Oms

No, l'immunità di gregge contro il Covid non sarà raggiunta quest'anno. A dichiararlo, la scienziata capo dell'Organizzazione mondiale della sanità Soumya Swaminathan

No, l’immunità di gregge contro il Covid non sarà raggiunta quest’anno. A dichiararlo, senza mezzi termini, la scienziata capo dell’Organizzazione mondiale della sanità Soumya Swaminathan, dopo che l’Oms ha bacchettato l’Europa dicendo che “deve fare di più” perché la situazione è “allarmante”.

L’immunità di gregge si verifica quando un numero sufficiente di persone in una popolazione ha l’immunità a un’infezione, cosa che consente di prevenirne la diffusione. Un numero crescente di Paesi in tutto il mondo, inclusi Stati Uniti, Regno Unito, Singapore, Germania e altri Paesi Ue, si trova nelle prime fasi delle campagne di vaccinazione di massa. Ma non basta.

Come siamo messi nel mondo con i vaccini

Negli Stati Uniti, che attualmente hanno il più alto numero di casi di contagi giornalieri al mondo, finora sono state distribuite oltre 25,4 milioni di dosi di vaccino, con quasi 9 milioni di dosi somministrate. In Germania, più di 600mila persone sono state vaccinate contro il Covid secondo il Robert Koch Institute per la salute pubblica.

In Italia, ad oggi hanno già ricevuto il vaccino più di 731.539 persone. Sono state somministrate, secondo i dati riportati dal Ministero della Salute, il 73,6% delle 993.525 dosi consegnate in tutte le Regioni.

In numeri assoluti è la Lombardia la Regione dove sono state somministrate più fiale. Ma le Regioni che hanno utilizzato percentualmente più dosi su quelle consegnate sono Valle d’Aosta, Campania e Veneto. In particolare l’Umbria migliora ancora riguardo al rapporto tra le dosi di vaccino anti Covid fornite, 9.835, e quelle somministrate, 10.267, cioè il 104,4%. Il Lazio è decimo per percentuale di fiale utilizzate.

Ad oggi, l’Italia è al primo posto in Europa per numero di vaccinati, e settima nel mondo: dopo la terza tranche di dosi Pfizer e l’arrivo, ieri, del vaccino Moderna, cresce ulteriormente la disponibilità nel nostro Paese. Intanto, si attende con ansia il 29 gennaio, quando anche il vaccino AstraZeneca/Oxford dovrebbe ottenere il via libera dell’Ema.

I dubbi dell’Australia sul vaccino AstraZeneca

Ma i problemi non mancano. Un gruppo di scienziati australiani ha invitato il governo a rivedere la sua strategia di immunizzazione contro il Covid-19, preoccupato che il vaccino AstraZeneca non fosse abbastanza efficace da generare l’immunità di gregge.

Diversi immunologi e il partito laburista dell’opposizione hanno affermato che l’Australia dovrebbe cercare forniture aggiuntive dei vaccini Pfizer e Moderna, che gli studi dimostrano avere un’efficacia maggiore. Alcuni esperti di salute stanno anche chiedendo una “pausa” nel lancio del vaccino AstraZeneca il mese prossimo. Al momento la proposta è stata respinta da Canberra.

“Fino a quando non avremo più dati che dimostrano che AstraZeneca è efficace come gli altri, il rischio scientifico e medico che corri è quello di non ottenere l’immunità di gregge”, ha affermato Andrew Miller, presidente dell’Associazione medica australiana nell’Australia occidentale. “Il rischio politico è che otterrai un buon vaccino per i ricchi e un vaccino non così buono per i poveri”. Poiché l’Australia ha ampiamente frenato il virus, a differenza del Regno Unito o degli Stati Uniti, dovrebbe aspettare e procurarsi i migliori vaccini disponibili per costruire la fiducia del pubblico, ha aggiunto.

L’Australasian Virology Society ha affermato di non sostenere la “pausa” nell’introduzione del vaccino. Piuttosto, tutti i dati dovrebbero essere analizzati per la sicurezza e l’efficacia dall’autorità di regolamentazione dei medicinali australiana prima di una decisione finale.

La strategia vaccinale australiana ha subito un duro colpo il mese scorso quando un candidato vaccino nazionale sviluppato dall’Università del Queensland e dal CSL è stato abbandonato dopo che diversi partecipanti alla sperimentazione hanno restituito falsi positivi per l’HIV. Tuttavia, Canberra aveva un piano di emergenza e ha concordato accordi per 3,3 miliardi di dollari australiani (2,6 miliardi di dollari) con aziende farmaceutiche per vaccini alternativi.

Il suo ordine più grande è con AstraZeneca. La casa farmaceutica anglo-svedese ha accettato di fornire 53 milioni di dosi del suo vaccino. Ma l’Australia ha anche ordinato 10 milioni di dosi del vaccino Pfizer.

Intanto, l’authority europea del farmaco ha richiesto ulteriori informazioni su questioni legate a qualità, sicurezza ed efficacia del vaccino.

La particolarità di questo vaccino, oltre al fatto che rispetto agli altri due non è a base mRNA, è che ha dimostrato un’efficacia complessiva del 70,4% dopo due dosi, ma ben del 90% per chi ha invece assunto mezza dose alla prima somministrazione, e poi una seconda dose piena. Alla fine, l’efficacia è stata dichiarata al 95%, e al 100% nella prevenzione delle forme più gravi di Covid.

Il problema dei vaccini nei Paesi in via di sviluppo

I fattori che secondo l’Oms limiterebbero la possibilità dell’immunità di gregge riguardano l’accesso limitato ai vaccini nei Paesi in via di sviluppo, lo scetticismo sulla vaccinazione e la possibilità, già vista, che si sviluppino varianti virali, come nel caso di quella inglese, sudafricana e giapponese.

L’esperta ha spiegato che l’immunità di gregge al Coronavirus non sarà raggiunta nel 2021, nonostante la crescente disponibilità di vaccini. “Non raggiungeremo alcun livello di immunità della popolazione o immunità di gregge nel 2021”, ha detto Swaminathan, sottolineando che misure come il distanziamento fisico, il lavaggio delle mani e l’uso di mascherine continueranno ad essere necessarie per contenere la diffusione del Covid-19 per tutto l’anno.

Swaminathan ha elogiato gli “incredibili progressi” compiuti dai ricercatori per sviluppare diversi vaccini sicuri ed efficaci a una velocità senza precedenti e ha invitato le persone a essere “un po’ pazienti”, perché il lancio dei vaccini “richiede tempo” visto che la scala di produzione delle dosi è nell’ordine di miliardi. “I vaccini stanno per arrivare”, ha detto. “Andranno in tutti i Paesi… ma intanto non dobbiamo dimenticare che ci sono misure che funzionano”, come il distanziamento, le mascherine e tutte le restrizioni.

“Non torneremo alla normalità in fretta”, ha precisato anche Dale Fisher, presidente del Outbreak Alert and Response Network dell’Oms. “Sappiamo che dobbiamo ottenere l’immunità di gregge e ne abbiamo bisogno nella maggior parte dei Paesi, quindi non lo vedremo nel 2021. Potrebbero esserci alcuni Paesi che lo raggiungeranno, ma anche in questo caso non sarà una immunità di gregge.

La maggior parte della fornitura mondiale di vaccini è già stata acquistata dai Paesi ricchi. L’iniziativa sostenuta dalle Nazioni Unite nota come “COVAX”, che mira a fornire iniezioni ai Paesi in via di sviluppo, è a corto di vaccini, denaro e aiuto logistico, mentre i Paesi donatori si affrettano a proteggere i propri cittadini, in particolare sulla scia dei ceppi Covid appena rilevati in Gran Bretagna e Sudafrica, che gli esperti definiscono maggiormente contagiosi, quella inglese anche tra i bambini.