Nei primi mesi della pandemia dalla Francia si è parlato, per parecchie settimane, dell’ipotesi che il fumo potesse proteggere dal coronavirus (clicca qui per leggere lo studio francese). Una tesi incoraggiata da alcuni studi che hanno registrato, in Francia, una bassa percentuale di fumatori ricoverati fra i malati di Covid-19. Non c’è però stata una ricerca che abbia dimostrato che i fumatori fossero meno a rischio. Anzi, semmai il contrario: lo dimostra un nuovo studio pubblicato da alcuni ricercatori dell’Università di Oxford sulla rivista Thorax.
Covid, scoperta una correlazione con il fumo: chi rischia di più
Stando allo studio condotto dal team dell’Università di Oxford le persone con predisposizione genetica al fumo pesante hanno un rischio maggiore di morire di Covid, fino a 10 volte più alto rispetto alle altre persone. Gli esperti si sono basati sui dati della UK Biobank, ossia il database britannico che ha al suo interno informazioni genetiche e sanitarie di circa 500 mila persone. Grazie a questi dati, i ricercatori hanno trovato prove a sostegno di una relazione causa-effetto tra fumo e Covid.
Lo studio ha coinvolto 421.469 persone: di queste,13.446 (3,2%) hanno effettuato un tampone. Tra loro:
- 1.649 (0,4%) sono risultate positive;
- 968 (0,2%) hanno chiesto il ricovero ospedaliero;
- 444 (0,1%) sono morte a causa del Covid.
La maggior parte delle 421.469 persone analizzate, ossia il 59%, non aveva mai fumato. Il 37% era un fumatore, solo il 4% un fumatore attuale. E tra i fumatori attuali il 71% fumava mediamente da 1 a 9 sigarette o da 10 a 19 sigarette al giorno, mentre il 29% fumava oltre 20 sigarette al giorno (intanto Philip Morris pensa di eliminare le sigarette: clicca qui per saperne di più).
Ebbene lo studio, incrociando i dati sul fumo e sui contagi, dimostrerebbe che gli attuali fumatori hanno l’80% in più di probabilità di essere ricoverati. Sarebbe più alto anche il rischio di morte.: chi fumava meno di 19 sigarette al giorno avrebbe un rischio dalle 2 alle 6 volte più alto di morire a causa del Covid. Si sale oltre alle 10 volte nel caso di fumatori accaniti.
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Covid, scoperta una correlazione con il fumo: la predisposizione genetica
Lo studio ha anche analizzato i rischi relativi alla predisposizione genetica al fumo e al fumo pesante sulla gravità di Covid, mostrando che chi possiede questi asset ha una probabilità di contrarre il coronavirus superiore del 45% e di essere ricoverato del 60%. I geni legati al fumo pesante aumentano di 2,5 volte la probabilità di contagiarsi, di 5 volte quella di essere ospedalizzati e di 10 volte di morire a causa del Covid.
Secondo i ricercatori, questi risultati suggeriscono “fortemente che il fumo è correlato al rischio di contrarre una forma grave di Covid e, proprio come il fumo influisce sul rischio di malattie cardiache, diversi tumori e tutte quelle altre condizioni a cui sappiamo che il fumo è collegato, sembra che sia lo stesso per Covid. Pertanto, questo potrebbe essere il momento migliore per smettere di fumare” (il fumo può compromettere l’efficacia del vaccino? Clicca qui per la risposta).