Green pass in vigore in tutta Italia da venerdì 6 agosto. Ma cosa succede a chi non può sottoporsi a vaccino perché rientra in una delle categorie esenti? Dovrà comunque avere la certificazione verde? E come? Una nuova circolare del Ministero della Salute fa chiarezza.
Certificato di esenzione da vaccino, cos’è e chi può averlo
Mentre anche nel nostro Paese si discute di una possibile terza dose di vaccino, nel documento si autorizza la certificazione verde Covid anche per gli esenti dal vaccino. Il green pass viene cioè fornito anche a tutte quelle persone che per condizione medica non possono ricevere o completare la vaccinazione.
Questi green pass, rigorosamente gratuiti, possono essere rilasciati in formato cartaceo e avranno una validità massima fino al 30 settembre 2021.
Le certificazioni di esenzione possono essere rilasciate direttamente dai medici vaccinatori dei Servizi vaccinali delle aziende ed enti dei Servizi sanitari regionali o dai medici di medicina generale o pediatri di libera scelta dell'assistito che operano nell'ambito della campagna di vaccinazione.
I certificati non possono contenere dati sensibili come la motivazione clinica dell'esenzione.
Le Regioni e Province autonome devono attivare un sistema di monitoraggio delle esenzioni rilasciate, comunicando, su richiesta, i dati in formato aggregato al ministero della Salute.
Nella circolare del Ministero viene anche precisato che le persone che ottengono un'esenzione alla vaccinazione devono essere adeguatamente informate sulla necessità di continuare a mantenere le misure di prevenzione, come usare le mascherine, mantenere il distanziamento dalle persone non conviventi, lavare le mani, evitare assembramenti in particolare in locali chiusi, rispettare le condizioni previste per i luoghi di lavoro e per i mezzi di trasporto.
Certificato di esenzione da vaccino, casi particolari
La circolare riporta anche le principali condizioni o situazioni che possono rappresentare o meno una controindicazione e precauzione alla vaccinazione anti-Covid.
Prima cosa, il vaccino non è assolutamente controindicato in gravidanza, anzi. Ma qualora, dopo valutazione medica, si decida di rimandare la vaccinazione, alla donna in gravidanza può essere rilasciato un certificato di esenzione temporanea alla vaccinazione. Anche l'allattamento non è una controindicazione alla vaccinazione.
Altra indicazione riguarda l'esecuzione di test sierologici volti a individuare la risposta anticorpale nei confronti del virus: non sono raccomandati ai fini del processo decisionale vaccinale. La presenza di un titolo anticorpale non può di per sé essere considerata al momento alternativa al completamento del ciclo vaccinale.
Certificato di esenzione da vaccino, cosa fare con sindrome di Guillain-Barré o miocardite
Il documento dedica un passaggio anche alla sindrome di Guillain-Barré che è stata segnalata seppur molto raramente in seguito alla vaccinazione con AstraZeneca.
In caso di sindrome di Guillain-Barré insorta entro 6 settimane dalla somministrazione di questo vaccino, senza altra causa riconducibile, "è prudente” non eseguire ulteriori somministrazioni dello stesso tipo di vaccino. In questi rari casi suggerisce l'utilizzo di un vaccino diverso per completare l’immunizzazione.
Un riferimento anche ai casi di miocarditi e pericarditi osservati in casi molto rari dopo la vaccinazione con i vaccini a mRna (Pfizer e Moderna).
La decisione di somministrare la seconda dose di vaccino Pfizer o Moderna in persone che hanno sviluppato la condizione dopo la prima dose deve tenere conto delle condizioni cliniche dell'individuo e deve essere presa dopo consulenza cardiologica e un'attenta valutazione del rischio/beneficio. Anche in questo caso, conclude la circolare, laddove sia stato valutato di non procedere con la seconda dose di vaccino Covid a mRna, va considerato l'utilizzo di un vaccino di tipo diverso per la seconda dose.