L’ultimo bollettino diramato dal ministero della Salute, il 24 agosto, ha registrato un incremento di 953 casi. Un calo rispetto al giorno prima, quando era stata superata quota 1.000, dovuto a una diminuzione consistente di tamponi (circa 21 mila in meno rispetto alle 24 ore precedenti). Il rapporto contagi–tamponi eseguiti, però, è aumentata. C’è comunque un aspetto positivo: rispetto alla prima grande ondata non ci sono situazioni gravi in persone fragili. A sottolinearlo è Massimo Galli, primario dell’Ospedale Sacco di Milano, ai microfoni del Corriere della Sera.
Nuovi contagi, boom tra i giovani: perché ci sono meno casi gravi
L’esperto ha spiegato come i nuovi contagi riguardino soprattutto i giovani, conseguenza del fatto che siano i principali destinatari dei i tamponi: l’aspetto anagrafico è importante, perché raramente vanno incontro a una malattia grave. Anzi, spesso sono asintomatici ed è questo il problema: possono contagiare i più anziani senza sapere di essere infetti.
Per evitarlo, sostiene Galli, è necessario raccomandare cautela e osservare le norme di prevenzione, ma anche che la politica prenda delle decisioni: l’alternativa è fra un eccesso di chiusure, che rischierebbe di mettere in ginocchio il Paese dal punto di vista economico, e un eccesso di aperture che potrebbe acuire un nuovo balzo in avanti dei contagi.
Si infetta di più chi non è vaccinato contro l’influenza: lo studio
Se da una parte la politica deve fare le sue considerazioni e prendere decisioni, talvolta anche impopolari, dall’altra c’è la ricerca scientifica. Tra i lavori pubblicati, Massimo Galli ne cita uno, pubblicato sulla rivista Vaccine, in cui lui e la sua equipe hanno dimostrato che si infetta di più con il Sars-CoV-2 chi non è vaccinato contro il virus dell’influenza o lo pneumococco, il batterio che causa la polmonite. Al contrario, sembrano più protetti i vaccinati.
Dal punto di vista delle terapie da seguire, invece, Galli spiega come a inizio pandemia si siano provati vari farmaci. L’unico antivirale che sembra funzionare nelle polmoniti, però, sembra essere il Remdesivir, approvato dall’Fda. Tutto il resto va verificato, vaccini compresi.