Quanto costa affittare casa? I dati da Nord a Sud

Il 20% degli italiani paga in media 13,50 euro/m². Ma a rimetterci di più sono le persone che vivono nelle grandi città

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Barbara Pede

Data journalist

Data journalist, giornalista professionista, copywriter e ghost writer, ha maturato la sua esperienza inizialmente in ambito televisivo per specializzarsi successivamente nel linguaggio web.

Una famiglia su cinque vive in affitto. Si tratta di un giro di affari di circa 21 miliardi di euro all’anno, il 10% del Pil. E, nonostante le proteste per il caro-affitti, i prezzi di locazione continuano a crescere e a luglio 2023 ha toccato il massimo storico di 13,50 euro al metro quadro.

Il valore è una media, in realtà i dati sono molto diversi a seconda dell’immobile e dell’area geografica. Vediamo che cosa dicono i numeri.

Quanti sono gli immobili dati in affitto in Italia

Sulle 35,2 milioni di abitazioni presenti nel Catasto, 3,7 milioni circa sono quelle date in locazione, quasi tutte, 3,2 milioni, di proprietà di persone fisiche mentre 500 mila sono possedute da soggetti diversi dalle persone fisiche come, ad esempio, società o associazioni (13% del totale).

Dei 3,2 milioni di appartamenti affittati dalle persone fisiche vanno scorporate circa 400 mila abitazioni poiché mancano riscontri incrociati tra le dichiarazioni dei locatori e dei locatari oppure perché imputate alle “locazioni brevi” per le quali non vi è l’obbligo di registrazione del contratto.

Sono esattamente 3.307.155, dunque, gli immobili dati in locazione in Italia (sia da parte di privati cittadini che da soggetti diversi), con prezzi assai differenti da regione a regione.

Quali sono le regioni dove gli affitti costano di più

Secondo i recenti dati di Idealista.it, a luglio 2023 si è toccato il massimo storico del prezzo degli affitti con un costo medio di 13,50 euro/m². A nulla, quindi, sembrano essere servite le proteste degli studenti contro il “caro-affitti” dato che il costo di locazione è addirittura aumentato di ben 7,4% su base trimestrale e del 10,4% su base annua.

Ad aggiudicarsi il “bollino nero” come regioni più care sono la Toscana (dove si arriva a pagare fino a 18,10 euro/m²), la Lombardia (con i suoi 17,40 euro/m²), il Lazio (13,90 euro/m²) e l’Emilia-Romagna (15,80 euro/m²). Tutte regioni dove, non a caso, sono presenti anche le principali città universitarie italiane.

Ancora più fuori mercato appare la Valle D’Aosta (20,20 euro/m²), ma qui la ragione è differente: vengono preferiti gli affitti brevi che generano un crollo dell’offerta di quelli pluriennali. Sulla stessa linea, anche il Trentino-Alto Adige (14,50 euro/m²) dove, soprattutto a Bolzano, scarseggiano le case in affitto.

Parlando delle grandi città, Milano è quella con gli affitti più costosi, con 22,10 euro/m²; supera Firenze (18,8 euro/m²) e Bologna (18 euro/m²). Seguono poi Venezia (con 17,6 euro/m²), Roma (14,5 euro/m²) e Napoli (12,5 euro/m²).

Più o meno in linea con la media nazionale troviamo invece la Liguria, dove per locare casa servono 13,10 euro/m², il Veneto (12 euro/m²) e la Sardegna (11,30 euro/m²). Le regioni meno costose dove andare a vivere? L’Umbria, dove una casa in affitto costa solo – si fa per dire – 6,90 euro/m², la Basilicata (7,10 euro/m²) e il Molise (7,30 euro/m²).

Ça va sans dire, laddove la casa in affitto costa di più, nella maggioranza dei casi è anche il luogo dove c’è una maggiore offerta.

Vediamo, quindi, qual è la distribuzione geografica degli appartamenti dati in locazione.

La distribuzione geografica delle case in affitto

Un primo dato che va sottolineato è che l’88% dei locatori affittano casa all’interno della stessa regione di residenza, mentre il restante 12% fuori regione.

A livello regionale la Lombardia è il locomotore dell’economia italiana anche in fatto di case in affitto. Con i suoi 630.025 immobili locati sui 3.307.155 totali rappresenta da sola circa il 19% dell’offerta di case, doppiando quasi il Piemonte (con 341.543 abitazioni) e soprattutto il Lazio (329.473 abitazioni) che, pur essendo la capitale e la meta turistica italiana per eccellenza, non supera il 10% di contratti registrati.

Seguono, poi, l’Emilia-Romagna (317.291 case affittate) e il Veneto (286.192 abitazioni), confermando ulteriormente come in generale il Nord Italia sia l’area geografica dove si cercano più case in affitto.
A metà classifica, fatta eccezione per la Liguria, si trovano soprattutto le regioni del Mezzogiorno (Campania, Sicilia e Puglia) e quelle del Centro Italia (Toscana e Marche).
A piazzarsi agli ultimi posti sono, invece, l’Umbria (48.298 case locate) e la Calabria (45.539 contratti registrati di affitto) che distanziano di molto la Basilicata, con soli 14.138 immobili affittati.

Fin qui si è parlato dell’offerta di case. Ma qual è la domanda? E chi è il locatario-tipo?

Il 20% delle famiglie italiane è in affitto

Secondo i dati Istat più aggiornati, il 20% delle famiglie italiane, pari a 11,8 milioni di persone, vive in una casa in affitto, mentre la maggior parte, pari al 71%, vive in una casa di proprietà mentre il restante 9% risiede in un’abitazione in usufrutto o a titolo gratuito.

La grande differenza tra le percentuali della locazione e della proprietà è legata, oltre che a motivazioni culturali, anche a questioni economiche: affittare casa è la scelta (spesso obbligata) più diffusa tra le famiglie meno abbienti. Il 32% dei locatari appartiene alla fascia di reddito più bassa. La percentuale, poi, scende al 24% nella seconda fascia, rimanendo comunque al di sopra della media nazionale e si riduce ulteriormente fino all’11% tra le famiglie che appartengono alla fascia più alta di reddito.

Inoltre, l’indice di povertà assoluta è più alto tra le famiglie che vivono in una casa in affitto (pari al 18%), rispetto a quelle che vivono in una casa di proprietà (4%).