Allarme peste suina: la lista dei comuni colpiti e tutti i divieti in vigore

Dopo Germania, Belgio e Paesi dell’Est Europa, è allarme peste suina anche in Italia. Ecco dove è stata riscontrata e cosa è utile sapere

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Redazione

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Dopo Germania, Belgio e Paesi dell’Est Europa, è allarme peste suina anche in Italia. Alcuni casi sono stati riscontrati su cinghiali in Piemonte e Liguria, ma non è stato riscontrato nessun caso di contaminazione nei maiali invece. Sono 114 – 78 in Piemonte e 36 in Liguria – i Comuni inseriti dal Ministero della Salute nella “zona infetta” da Peste suina africana.

L’allarme si sta ora estendendo anche alla Toscana, dove è appena stata creata una task force per affrontare il tema dei cinghiali infetti. La provincia apuana in particolare è in stato di allerta. Nessuna preoccupazione invece in Sardegna, dove si erano registrati dei casi diversi anni fa.

Ma si tratta di un’emergenza che avrebbe potuto, con tutta probabilità, essere evitata, come ha dichiarato il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti (qui tutte le conseguenze su export, turismo e lavoro). Cerchiamo di capire meglio di cosa si tratta.

Cos’è e dove è stata trovata la peste suina

La peste suina africana è una malattia infettiva altamente contagiosa, tipicamente emorragica, causata da un virus appartenente al genere Asfivirus che colpisce solo i suidi domestici e selvatici causando un’elevata mortalità (qui i sintomi, come si trasmette e quali rischi per l’uomo).

Non si trasmette all’uomo, quindi non ci sono rischi per le persone. Il virus è molto stabile, rimane infettante per diverse settimane anche nelle carcasse abbandonate sul territorio, e viene inattivato solo dalla cottura e da specifici disinfettanti.

Fortunatamente la peste suina non è in alcun modo pericolosa per l’uomo o per altre specie animali, ma l’uomo può essere inconsapevolmente il vettore principale di diffusione del virus attraverso scarponi o vestiti, che rappresentano il primo veicolo di contagio. Per questo motivo, in caso di contatto accertato dalle autorità preposte sono messe in atto accurate misure di disinfezione e sanificazione.

Il 7 gennaio il Centro di Referenza nazionale per le pesti suine (CEREP) dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale Umbria e Marche (IZSUM) ha confermato la presenza del virus di peste suina africana (PSA) in una carcassa di cinghiale rinvenuta nel Comune di Ovada, in provincia di Alessandria, il cui genotipo coinvolto è il genotipo 2, attualmente circolante in Europa.

Successivamente sono stati confermati altri due casi in due carcasse rinvenute rispettivamente una a circa 20 km dalla prima, nel comune di Fraconalto, sempre in provincia di Alessandria, e l’altra nel comune di Isola del Cantone, in provincia di Genova.

Peste suina in Piemonte: cosa sappiamo

Il 12 gennaio il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio ha emanato un’ordinanza che sospende l’attività venatoria in tutta la provincia di Alessandria, con decorrenza immediata e in vigore in funzione della situazione epidemiologica, e comunque fino al 31 gennaio 2022.

Divieto dunque di svolgimento di qualsiasi attività di caccia di tutte le specie, comprese le attività di addestramento, allenamento e prove con i cani nonché di gestione faunistica, sul territorio dell’intera provincia di Alessandria.

“L’intensificarsi dei casi di peste suina africana in tutta Europa deve aumentare l’attenzione delle istituzioni ad ogni livello, anche UE, per tutelare le produzioni zootecniche e l’economia delle nostre aziende, attivando decisioni urgenti che mettano in condizione le Regioni di poter operare su questa annosa criticità” aveva detto Cirio alcune settimane fa.

Nei giorni precedenti l’assessore regionale alla Sanità Luigi Genesio Icardi aveva annunciato l’innalzamento al massimo livello di allerta e la vigilanza sulle misure di biosicurezza nel settore domestico, con particolare riguardo a tutte le operazioni di trasporto e di movimentazione degli animali, di mangimi, prodotti e persone.

Intanto, in una lettera inviata al premier Mario Draghi e al ministro delle Politiche agricole Stefano Patuanelli, Cirio e Protopapa hanno chiesto che vengano stanziate risorse a sostegno dei comparti danneggiati e provvedimenti per fronteggiare la situazione, a cominciare dagli operatori del settore agricolo.

Peste suina: i comuni della “zona infetta” in Piemonte

Ecco i 78 Comuni piemontesi posti in “zona infetta”, tutti in provincia di Alessandria: Cavatore, Castelnuovo Bormida, Cabella Ligure, Carrega Ligure, Francavilla Bisio, Carpeneto, Costa Vescovato, Grognardo, Orsara Bormida, Pasturana, Melazzo, Mornese, Ovada, Predosa, Lerma, Fraconalto, Rivalta Bormida, Fresonara, Malvicino, Ponzone, San Cristoforo, Sezzadio, Rocca Grimalda, Garbagna, Tassarolo, Mongiardino Ligure, Morsasco, Montaldo Bormida, Prasco, Montaldeo, Belforte Monferrato, Albera Ligure, Bosio, Cantalupo Ligure, Castelletto d’Orba, Cartosio, Acqui Terme, Arquata Scrivia, Parodi Ligure, Ricaldone, Gavi, Cremolino, Brignano-Frascata, Novi Ligure, Molare, Cassinelle, Morbello, Avolasca, Carezzano, Basaluzzo, Dernice, Trisobbio, Strevi, Sant’Agata Fossili, Pareto, Visone, Voltaggio, Tagliolo Monferrato, Casaleggio Boiro, Capriata d’Orba, Castellania, Carrosio, Cassine, Vignole Borbera, Serravalle Scrivia, Silvano d’Orba, Villalvernia, Roccaforte Ligure, Rocchetta Ligure, Sardigliano, Stazzano, Borghetto di Borbera, Grondona, Cassano Spinola, Montacuto, Gremiasco, San Sebastiano Curone e Fabbrica Curone.

Peste suina in Liguria: cosa sappiamo

Per quanto riguarda la Liguria, il Ministero della Salute ha emesso un’ordinanza che prevede il divieto per ben 6 mesi in diverse aree che fanno parte del Comune di Genova, di caccia, pesca e alcune attività come trekking, mountain bike e raccolta funghi.

La stima è che nell’area ligure prevista dall’ordinanza, in cui ricadono 36 Comuni, ci sia una comunità di almeno 15-20mila cinghiali.

In una lettera firmata dal presidente Giovanni Toti e dal vicepresidente e assessore all’Agricoltura e alla Caccia Alessandro Piana e inviata al Presidente del Consiglio Mario Draghi e ai ministri della Salute Roberto Speranza e delle Politiche Agricole Stefano Patuanelli, viene chiesto di attivare in tempi strettissimi un tavolo permanente di monitoraggio coinvolgendo anche le altre Regioni interessate per elaborare le prime stime dei mancati redditi derivanti dal blocco delle attività e predisporre tempestivi e opportuni sostegni per tutti i settori delle economie locali interessati dal provvedimento e investiti da questo grave fenomeno.

Peste suina: i comuni della “zona infetta” in Liguria

I comuni liguri inseriti nella “zona infetta” sono tutti nell’area metropolitana di Genova: Arenzano, Bogliasco, Ceranesi, Ronco Scrivia, Mele, Isola del Cantone, Lumarzo, Masone, Serra Riccò, Genova, Campo Ligure, Mignanego, Bargagli, Busalla, Savignone, Torriglia, Rossiglione, Sant’Olcese, Valbrevenna, Sori, Tiglieto, Campomorone, Cogoleto, Pieve Ligure, Davagna, Casella, Montoggio Crocefieschi e Vobbia. Per la provincia di Savona invece sono compresi: Albisola Superiore, Celle Ligure, Stella, Pontinvrea, Varazze, Urbe e Sassello.

La Regione Liguria sta già studiando una serie di possibili interventi da attuare nelle prossime settimane. La perimetrazione attuale della zona rossa  è di natura precauzionale, spiega Piana.

Non appena possibile verrà avviato un attento monitoraggio delle zone interessate, partendo dal perimetro esterno e procedendo verso l’interno, coinvolgendo le forze dell’ordine, la protezione civile e anche i cacciatori per valutare, se non verranno trovate carcasse di cinghiali infette, una riduzione dell’area oggetto dei divieti e successivamente procedere con gli abbattimenti selettivi.