Smartwatch per bambini, meglio starne alla larga. Ecco perché

Utilizzano internet e GPS ma fanno acqua sotto il profilo della sicurezza informatica e il rispetto della privacy

Gli smartwatch per bambini stanno avendo sempre maggior successo sui mercati, specie quelli occidentali. Molti genitori li acquistano per evitare che i bambini si attacchino da subito agli smartphone veri e propri, soprattutto perché includono dei meccanismi per tracciare l’utente ed altre funzionalità per tenere sotto controllo le attività dei piccoli, conoscerne la posizione e anche interagire con essi tramite telefono. Tuttavia gli smartwatch per bambini non sono affatto sicuri, secondo uno studio dell’organizzazione di consumatori norvegese, Norwegian Consumer Council, rilanciato da Altroconsumo. Fallendo proprio nella ragion d’essere di questi dispositivi: dare un senso di sicurezza ai genitori. Alcuni di questi smartwatch possono essere reperiti anche in Italia; online poi il mercato si apre a dismisura.

L’analisi di questi dispositivi ha investito tre aspetti: funzionalità, termini e condizioni d’uso del servizio e un’analisi della sicurezza, dove sono state riscontrate falle che permetterebbero a un intruso di conoscere la posizione del minore e interagire con lui al posto del genitore.

Le applicazioni associate a questi dispositivi da installare sugli smartphone dei genitori trasmettono una certa quantità di dati a dei server di cui si conosce solo la localizzazione geografica (sud est asiatico e nord America) ma non si conosce nel dettaglio la natura né lo scopo.

Alcuni dei dispositivi hanno un microfono incorporato che permette ai genitori (e potenzialmente a un intruso) di ascoltare l’ambiente circostante al bambino, microfono che può essere attivato da remoto senza che chi indossa il bracciale abbia possibilità di accorgersene.

PRIVACY E DIRITTI DEI CONSUMATORI – Nonostante tutti i dispositivi raccolgano e aggreghino dati, i termini del servizio non sono mai chiari ed esaustivi; leggendo inoltre la licenza d’uso, non è fatta menzione che un eventuale cambio delle condizioni d’uso sarà comunicato all’utente, non si sa dove vanno a finire I propri dati o le modalità di conservazione, né è possibile cancellare l’account utente una volta che si dismette l’apparecchio. Falle informatiche capaci di trasformare un oggetto utile in un elemento di vulnerabilità: i consumatori hanno moltissime ragioni per stare in allerta e informarsi il più possibile.

Altroconsumo ha già denunciato in passato una situazione poco chiara in merito al trattamento dei dati personali quando in passato ha svolto delle prove comparative di servizi cloud.

Al FestivalFuturo i prossimi 4 e 5 novembre all’UniCredit Pavilion a Milano Altroconsumo si confronterà con produttori, attori del mercato, ricercatori perché l’IoT sia un’opportunità concreta per migliorare la vita dei cittadini. Il flusso e la gestione dei big data non siano solo una questione da tenere d’occhio ma un’occasione per giocare un ruolo attivo, partecipando consapevolmente allo sviluppo e in questo modo sostenere l’innovazione nel nostro Paese.

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