L’avvento del World Wide Web è stata una delle innovazioni più grosse del nostro secolo. Le nuove tecnologie corrono e si sviluppano a vista d’occhio e uno degli aspetti negativi è che – a volte – il nostro ordinamento giuridico non riesce a stare al passo con i tempi. L’esempio lampante? I social network.
La nascita dei social network e il boom di Facebook hanno portato con sé centinaia di domande di natura giuridica. Può un commento essere oggetto di denuncia? Fino a che punto è possibile spingersi all’interno dei gruppi pubblici? È possibile prendere foto da un profilo privato? Ma soprattutto, creare un account falso e spacciarsi per un’altra persona, può costituire reato?
Mentre su alcune questioni c’è ancora dell’incertezza, sono state finalmente chiarite le conseguenze di un account Facebook falso. Qui bisogna distinguere due situazioni: quella in cui il profilo sia evidentemente contraffatto, e quella in cui ci si spacci proprio per un’altra persona. Nel primo caso non si commette reato: creare una pagina con un nickname e la foto di un personaggio inventato si può fare. Come mai? Perché è palese – agli interlocutori della comunità web – di avere a che fare con un account fittizio. E anche perché non si verifica nessun furto d’identità, che è invece il caso della nostra seconda ipotesi. Prendere le foto di una persona esistente, il suo nome e i suoi dati è un reato vero e proprio regolato dall’art.494 del Codice Penale.
Con l’avvento di Internet, purtroppo, sono aumentati anche i crimini informatici. Sempre più spesso si sente parlare di delinquenti che, tramite profili falsi, adescano persone – a volte anche minorenni – per estorcere denaro o altro. Come tutelarsi? Innanzitutto bisogna sottolineare che il reato è perseguibile d’ufficio: in ogni caso, è meglio rivolgersi alla Polizia postale. Inoltre, Facebook stesso offre la possibilità di indicare i profili fake che utilizzino l’identità di un’altra persona. Basta segnalare l’account falso, e spuntare la frase: “Finge di essere me o qualcuno che conosco”.
Anche il Garante della Privacy è intervenuto in merito. Con il provvedimento n. 56/2016 ha imposto a Facebook non solo di bloccare i profili fake, ma di rivelare al danneggiato tutte le informazioni utili sull’account rivelatosi falso.