Una sorta di “passaporto vaccinale”, per favorire la mobilità internazionale dopo la pandemia da coronavirus.
Ne ha parlato l’inviato speciale dell’Organizzazione mondiale della Sanità (Oms) per l’emergenza coronavirus, David Nabarro, intervistato da Sky News. “Sono assolutamente certo che nei prossimi mesi avremo molto movimento e ritengo senza dubbio importante che ci sia una sorta di certificato vaccinale per facilitare le condizioni di spostamento per le persone”, ha detto.
I Paesi, ha proseguito, potranno inoltre creare delle “bolle” con altre località che rispettano gli stessi standard di restrizioni e di vaccinazioni.
Il Covid-19 e le sue varianti, ha aggiunto Nabarro, “saranno con noi nel prossimo futuro, perché anche quando verranno vaccinate molte persone, ci saranno ancora momenti preoccupanti in cui forse apparirà una versione del virus che può sfondare le difese fornite dal vaccino”.
Regno Unito apripista
Nel Regno Unito, che è partito per primo nella campagna vaccinale, la questione è urgente. “Ristoranti, bar e cinema potrebbero allontanare i clienti se non si sono sottoposti al vaccino”, ha annunciato lo scorso dicembre il sottosegretario alla Salute Nadhim Zahawi. Precisando che, sebbene la profilassi sia volontaria, “alcuni luoghi – compresi i campi sportivi – potrebbero richiederla come requisito per autorizzare l’ingresso. Sarebbe un messaggio forte a favore del vaccino per le famiglie, la comunità e il Paese”.
Viaggi aerei
Le compagnie aeree potrebbero arrivare prima di tutti. Per andare in Australia, nei prossimi mesi, sarà richiesto un documento d’identità sanitario, ha anticipato il ceo di Qantas Alan Joyce: “Una volta che il vaccino sarà disponibile su larga scala cambieremo le nostre condizioni generali di trasporto. Ai passeggeri stranieri chiederemo di aver fatto il vaccino prima di salire sui nostri aerei. Pensiamo sia una decisione necessaria e credo sarà un argomento di discussione con gli altri colleghi in giro per il mondo”.
In collaborazione con Adnkronos