Mentre procede il tira e molla sulla possibile fusione con UBI e arriva la decisione di sospendere le rate di finanziamenti per privati e imprese delle zone rosse colpite dal Coronavirus, come anche per Unicredit, Intesa Sanpaolo compie un ulteriore passo avanti per la sicurezza dei suoi clienti e dei suoi dipendenti scegliendo di chiudere le filiali.
Il gruppo guidato da Carlo Messina ha infatti stabilito di chiudere le sue filiali in 11 città del Nord Italia dopo la decisione da parte delle autorità della quarantena a oltre 50mila persone residenti a causa di quella che i media ormai chiamano pandemia, anche se, almeno per il momento, fortunatamente non ne ha le caratteristiche.
Quali sono le filiali chiuse
In relazione all’emergenza Coronavirus e in ottemperanza a quanto disposto dalle autorità locali sono state quindi temporaneamente chiuse le filiali di Intesa Sanpaolo a: Codogno, Castiglione d’Adda, Casalpusterlengo, Fombio, Maleo, Somaglia, Bertonico, Terranova dei Passerini, Castelgerundo e San Fiorano in Lombardia, e Vo’ Euganeo in Veneto.
In tutti questi Comuni restano operativi gli sportelli ATM. In tutti gli altri Comuni italiani, le filiali sono regolarmente aperte. Intesa Sanpaolo fa sapere che è pronta ad attivare le misure richieste anche in altri Comuni qualora si rendesse necessario su indicazione delle autorità.
Stop alle rate dei finanziamenti a privati e imprese
Prima dell’approvazione del decreto governativo, Intesa Sanpaolo aveva già annunciato di essere pronta a intervenire a sostegno delle famiglie e delle aziende coinvolte dall’emergenza, incluse le imprese che hanno scambi con la Cina. L’intervento deciso dalla banca prevede la possibilità di richiedere la sospensione per tre mesi delle rate dei finanziamenti per tutte le famiglie residenti e per tutte le aziende che hanno sede operativa nei comuni dell’emergenza. La sospensione è eventualmente prorogabile per altri tre o sei mesi in funzione della durata del problema.
Il provvedimento è esteso anche alle aziende presenti sul territorio nazionale che dovessero subire riduzioni dell’attività per effetto delle limitazioni agli scambi commerciali e di fornitura e a favore di privati, qualora il datore di lavoro, trovatosi in difficoltà a causa di questa emergenza, non potesse ricorrere ai benefici degli ammortizzatori sociali.
Cosa cambia per i dipendenti Intesa Sanpaolo
Per i dipendenti residenti o operanti nei Comuni inseriti nelle zone rosse sono previsti permessi retribuiti e lo smart working, cioè il lavoro da casa. Per tutti gli altri dipendenti, è prevista l’astensione dal lavoro per coloro che soffrono di immunodepressione certificata in sede medica, mentre quelli che dovessero presentare sintomatologia respiratoria o influenzale, anche lieve, dovranno contattare il medico curante per considerare l’astensione dal lavoro.
La banca ha anche fatto sapere che diffonderà presso i propri dipendenti le indicazioni di igiene e profilassi dell’Oms per i soggetti asintomatici e istituirà una casella mail specifica per le domande dei dipendenti, alle quali rispondono esperti, tra cui medici specializzati dell’Istituto Sacco di Milano e della Città della Salute di Torino.