La Brexit è alle porte, cosa devono sapere gli italiani che risiedono in Gran Bretagna.
Il 31 ottobre prossimo è la data di scadenza dell’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea. Una situazione che, tuttavia, è ancora incerta anche a causa della recente approvazione da parte del Parlamento britannico di una legge che eviti l’uscita dalla Ue senza accordo.
Il premier Boris Johnson è determinato a rispettare a tutti i costi la scadenza ma si trova davanti un Parlamento ostile, che ha bocciato la sua proposta di elezioni anticipate. Dal canto suo la Commissione Europea, con le parole della neo presidente Ursula von der Leyen, ha appena aperto a un’ulteriore proroga nei confronti del Regno Unito per evitare l’uscita senza un accordo. Un hard Brexit non è nell’interesse di nessuno.
Nel frattempo i 3,5 milioni di cittadini europei, di cui 700 mila italiani, che abitano nel Regno Unito vivono questa situazione tra dubbi e incertezze su quello che sarà il loro futuro.
Rassicurazioni sono comunque arrivate dal segretario di Stato britannico per la Brexit, Stephen Paul Barclay, affermando che i cittadini della Ue, dunque anche gli italiani, che vivono nel Regno Unito hanno tempo fino al 2020 per regolarizzare la loro posizione, ricorrendo al Settlement scheme.
Il Settlement scheme è il programma che permette di ottenere la residenza nel Regno Unito. Possono fare richiesta i cittadini della Ue, quelli dei Paesi dello Spazio economico europeo (See) e i cittadini svizzeri che vivono nel Paese.
Come si legge nelle istruzioni pubblicate sul portale web del governo britannico, i richiedenti possono presentare la domanda per sé e i loro familiari e ottenere così lo status di residente permanente (settled status) o quello di residente provvisorio (pre-settled status).
La domanda va presentata con i documenti che provano l’identità del richiedente e la sua residenza nel Regno Unito. Non sarà necessaria alcuna richiesta per i titolari di un permesso di ingresso o di un permesso di soggiorno a tempo indeterminato.
Il tipo di status concesso sarà stabilito in base al periodo di permanenza nel Paese al momento della domanda. I diritti ottenuti cambiano a seconda del tipo residenza concessa. In ogni caso, con lo status di residente, permanente o provvisorio, i cittadini Ue potranno restare nel Regno Unito anche dopo il 30 giugno del 2021.
Il termine ultimo per presentare domanda di adesione al Settlement scheme è il 30 giugno 2021. Se il Regno Unito dovesse uscire dalla Ue senza accordo, il richiedente deve già risiedere nel Paese prima della Brexit e il termine ultimo per presentare la domanda sarà il 31 dicembre 2020. La domanda non comporta alcun costo.
Il richiedente ottiene lo status di residente permanente (settled status) nel caso in cui:
- abbia iniziato a vivere nel Regno Unito entro il 31 dicembre 2020 (o entro la data in cui il Regno Unito lascerà l’UE senza accordo)
- abbia vissuto nel Regno Unito per un periodo continuativo di 5 anni (noto come “soggiorno initerrotto”). Si tratta di un periodo di 5 anni consecutivi in cui il richiedente ha vissuto nel Regno Unito, nelle Isole del Canale e nell’isola di Man per almeno 6 mesi in ciascun intervallo di 12 mesi.
Alla richiesta di residenza continuativa si applicano le seguenti eccezioni:
- un periodo fino a 12 mesi per un motivo importante (ad esempio, parto, grave malattia, studio, corso di formazione professionale o incarico di lavoro all’estero),
- servizio di leva obbligatorio di qualsiasi durata,
- tempo trascorso all’estero in qualità di impiegato statale, o in qualità di familiare di un impiegato statale,
- tempo trascorso all’estero nelle forze armate, o in qualità di familiare di un soggetto impiegato nelle forze armate.
Una volta ottenuto lo status di residente permanente, il richiedente potrà restare nel Regno Unito per un periodo indeterminato. Sarà possibile anche richiedere la cittadinanza britannica se sono presenti i requisiti di ammissibilità. Il cittadino Ue che ha ottenuto la residenza permanente potrà trascorrere fino a 5 anni consecutivi al di fuori del Regno Unito senza perdere tale status.
Il richiedente ottiene lo status di residente provvisorio (pre-settled status) quando:
- non abbia trascorso un periodo continuativo di 5 anni nel Regno Unito al momento della richiesta
- e abbia stabilito la propria residenza nel Regno Unito entro il 31 dicembre 2020 (o entro la data in cui il Regno Unito lascerà l’Ue senza accordo).
Quando il richiedente avrà raggiunto i 5 anni di soggiorno ininterrotto, potrà fare richiesta per ottenere lo status di residente permanente. Nel caso in cui il periodo di soggiorno ininterrotto possa essere completato entro il 30 dicembre 2020, il richiedente potrà scegliere di attendere fino al completamento dei 5 anni prima di presentare domanda. In caso di esito positivo, il richiedente otterrà lo status di residente permanente senza aver prima richiesto lo status di residente provvisorio.
Una volta ottenuto lo status di residente provvisorio, sarà possibile rimanere nel Regno Unito per un periodo supplementare di 5 anni.
I diritti acquisiti con lo status di residente permanente o provvisorio:
- lavorare nel Regno Unito
- usufruire del Servizio Sanitario Nazionale (NHS)
- iscriversi a corsi di studi o continuare a studiare
- accedere a finanziamenti pubblici tra cui sussidi e pensioni, qualora si soddisfino i requisiti
- effettuare viaggi da e per il Regno Unito
I figli nati nel Regno Unito, durante il periodo di soggiorno nel Paese, da coloro che possiedono lo status di residenti permanenti, otterranno automaticamente la cittadinanza britannica. I figli di chi possiede lo status di residente provvisorio potranno ottenere a loro volta lo stesso status, mentre potranno ottenere la cittadinanza britannica solo attraverso il genitore.
Tutte le informazioni dettagliate si trovano sul portale web ufficiale del governo britannico, anche in italiano.
Riguardo al diritto di continuare a vivere nel Regno Unito, anche da parte di residenti di lunga durata, si sono tuttavia avuti dei problemi. Il caso più eclatante è quello di una donna italiana di 57 anni, Anna Amato, che vive nel Paese da quando aveva 2 anni ed è sposata con un marito britannico e ha due figli nati nel Regno Unito.
La donna non aveva fatto domanda per diventare cittadina britannica prima del referendum Brexit e ora si è vista respingere la richiesta di cittadinanza e di residenza permanente.
Nonostante avesse Anna Amato frequentato le scuole in Gran Bretagna e svolto più lavori nel Paese, vivendo qui da sempre, parte della documentazione comprovante la sua residenza, la frequenza scolastica e i lavori precedenti svolti è andata perduta. La scuola che aveva frequentato ha chiuso e gettato via i documenti, così come l’ospedale dove aveva iniziato a lavorare come impiegata da ragazza.
Inoltre i documenti dell’epoca precedente all’ingresso del Regno Unito in Europa, quindi nel periodo in cui Amato si trasferì nel Paese con la madre, non sono stati digitalizzati e sono introvabili. Nonostante i documenti in suo possesso, presentati alle autorità britanniche, la donna non è stata in grado di provare la sua residenza continuativa per cinque anni nel Regno Unito.
L’unica chance che le rimane è fare domanda per il Settlement scheme come residente provvisoria. Una situazione paradossale che ha suscitato anche l’interesse dei politici britannici.