Rifiuti elettronici: miliardi di euro finiscono ogni giorno in discarica

I rifiuti elettronici affollano le nostre isole ecologiche, e i soldi che portano con sé sono miliardi: ecco i dati del fenomeno

I rifiuti elettronici sono un particolare tipo di rifiuto, consistente in apparecchiature elettriche o elettroniche di qualunque tipo, di cui il proprietario intende disfarsi in quanto guaste, obsolete, inutilizzate oppure destinate all’abbandono.

Ogni anno, tonnellate di rifiuti elettronici vanno ad affollare le discariche. Secondo i dati dell’International Telecommunication Industry, vengono gettati: 16.300 tonnellate di ferro, 12.200 di plastica, 2.500 di alluminio, 2.200 di rame, 1.600 di argento, 500 di oro e 200 di palladio. Ogni materiale ha un suo costo, quantificato in miliardi di euro.

Le sole 500 tonnellate di oro, ad esempio, valgono 18.8 miliardi di euro. Seguono la plastica (15 miliardi), il rame (9.5 miliardi), l’alluminio e il ferro (3.6 miliardi), il palladio (3.4 miliardi) e l’argento (900 milioni). Cifre, queste, a cui vanno ad aggiungersi costi di recupero difficilmente quantificabili in quanto variano a seconda dell’azienda di smaltimento.

Quali sono i problemi causati dai rifiuti elettronici? Sicuramente la loro non biodegradabilità e la presenza di sostanze tossiche per l’ambiente, fonte della loro pericolosità. In un mondo in cui i device elettronici sono sempre più numerosi – per modelli e per diffusione -, vi è un elevato rischio di inquinamento del suolo, dell’aria e dell’acqua (con conseguenze sulla salute umana), dovuto alla permanenza di tali rifiuti nell’ambiente, in discariche o in termovalorizzatori.

Ecco dunque che diventa fondamentale trattarli nel modo corretto, e procedere al recupero dei singoli materiali di cui sono composti. Il recupero, in particolare, ha tre obiettivi: esportare le componenti pericolose così da mettere in sicurezza il rifiuto, smontarlo e separare le singole parti, lavorarlo meccanicamente per il recupero dei materiali. Dallo scorso 15 agosto, la normativa è cambiata: per adempiere agli obblighi di raccolta, trattamento, recupero e smaltimento, i produttori devono ora affidarsi ai sistemi individuali o collettivi di gestione, operanti sul territorio nazionale.

Del resto, già dal 2016 è possibile consegnare in negozi dalla superficie maggiore di 400 metri quadrati, senza obbligo d’acquisto, vecchi telefonini, lettori mp3, cuffiette, calcolatrici e – in generale – rifiuti elettronici più piccoli di 25 centimetri, destinati all’uso domestico. Un sistema pratico, comodo ed economico, per ridurre (almeno un po’) il sovraffollamento delle discariche.