Caro bollette, tornano le trivellazioni? Cosa ha deciso il Governo

Roberto Cingolani, il ministro della Transizione Ecologica del governo Draghi, ha parlato delle nuove estrazioni di gas per contrastare il caro bollette

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Redazione

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Dopo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale dello scorso venerdì 11 febbraio 2022, è ufficialmente entrato in vigore in questi giorni il progetto chiamato “Piano della Transizione Energetica sostenibile delle aree idonee” (abbreviato con la strana sigla PiTESAI, su cui si è già scatenata tutta l’ironia di commentatori e utenti social). Lo scopo principale della nuova legge è quello di contrastare l’ormai incontrollato rincaro dei prezzi delle bollette. Ma di cosa si tratta?

La nuova normativa fa parte di un provvedimento voluto da Roberto Cingolani, ministro della Transizione Ecologica del governo presieduto da Mario Draghi, per individuare in quali aree del Paese sia di nuovo  possibile riprendere l’estrazione del gas. La ricerca di nuovi giacimenti era stata interrotta a partire dal 2019, quando l’allora governo Conte I (composto dalla Lega di Matteo Salvini e dal Movimento 5 Stelle) aveva stabilito di sospendere “tutte le attività di prospezione ed esplorazione di idrocarburi a terra e a mare con una moratoria di 18-24 mesi”, in attesa di individuare le aree idonee all’estrazione.

In Italia si torna a trivellare? Cosa prevede la normativa del ministero

Una scelta che fece storcere il naso all’ala più intransigente del Carroccio – schierata per lo sfruttamento di tutte le risorse naturali ed energetiche che consentano un risparmio per le tasche degli italiani, compresa la produzione di energia nucleare – mentre fece esultare i tanti votanti e militanti grillini che si erano avvicinati al partito di Beppe Grillo per le battaglie ambientaliste che ha sempre portato avanti. La notizia quindi è che in Italia si tornerà a trivellare il sottosuolo. Ma quali sono stati i criteri utilizzati nella selezione delle zone?

Prima di tutto il Ministero ha fatto sapere che il via libera riguarda solo giacimenti di gas e non di petrolio, sia su terraferma che nelle piattaforme stanziate in mare aperto. Sono state selezionate “le aree in cui è consentito lo svolgimento delle attività di prospezione, ricerca e coltivazione di idrocarburi sul territorio nazionale”, tenendo conto “dei criteri di sostenibilità non solo ambientale, ma anche dal punto di vista sociale ed economico”.

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In Italia si torna a trivellare? Le parole del ministro Roberto Cingolani

Il Governo ha anche redatto una mappa geografica, realizzata con la collaborazione di enti di ricerca specializzati come l’ISPRA (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale). Dai dati si evince che il PiTESAI ritiene che il 42% del territorio italiano sia idoneo all’estrazione. Sono escluse dall’attività di ricerca e coltivazione solo poche regioni: la Valle D’Aosta, il Trentino Alto Adige, la Liguria, l’Umbria, quasi tutta la Toscana e la Sardegna. Le aree marine considerate idonee sono invece l’11,5% del totale nazionale.

Secondo il ministero, il Piano “ha l’obiettivo di fornire regole certe agli operatori e di accompagnare la transizione del sistema energetico nazionale, definendo le priorità sia in un’ottica di decarbonizzazione che del fabbisogno energetico. Non possiamo più aspettare, dobbiamo aumentare la produzione di gas nazionale” ha dichiarato Roberto Cingolani.