Economia circolare: arrivano le lampade prodotte dagli scarti delle pale eoliche

L'idea è di un'azienda italiana leader nella progettazione e produzione di pale eoliche

Nell’economia circolare, riciclo e tecnologia rappresentano un binomio attorno al quale gravita ogni nuova idea in tema di sostenibilità e risparmio energetico.

Un connubio inossidabile, a quanto pare, come testimonia l’ultimo progetto realizzato nell’ambito delle energie rinnovabili che riguarda proprio il riciclo di un particolarissimo materiale di scarto per la creazione di corpi illuminanti. E non un materiale qualsiasi, ma addirittura i ritagli di tessuto in fibra di vetro derivanti dalla produzione di pale eoliche.

Un circolo più che virtuoso, dunque, se pensiamo al valore strategico e profondamente innovativo di questa invenzione. Lampade intelligenti, quasi utopistiche, come ricorda il nome scelto per il progetto: uTo, che sta proprio per ‘utopia’.

L’idea è di eTa Blades, azienda italiana con sede a Bellocchi (Pesaro-Urbino) non nuova a questo genere di ricerche. Forte di un “know-how” maturato nel settore della nautica e dell’eolico, oggi questa azienda è leader in Italia nella progettazione, sviluppo e produzione di pale eoliche.

Cos’è “uTo”

Le lampade “uTo” sono dischi illuminanti creati a partire dagli sfridi di produzione delle pale eoliche che prendono forma grazie al genio creativo del designer Michele Omiccioli. Perché chiamarle “uTo”? Perché oltre all’utopistico metodo progettuale messo a punto per la realizzazione di questi corpi illuminanti, le lampade ricordano nella forma dei dischi volanti. “uTo”, infine, rievoca anche il termine “eTa”, che per eTa Blades significa da sempre ricerca di efficienza e innovazione anche a partire dall’”up-cycling”.

Rifiuti trasformati in risorse, dunque, che poi è il concetto fondamentale su cui si basano i modelli economici orientati alla circolarità delle risorse. L’obiettivo dei ricercatori, infatti, era allungare il ciclo di vita delle turbine, perseguire un modello rigenerativo delle scarti e creare delle pale più performanti e durature (le “eTa4X”) rispetto a quelle esistenti.

Grazie agli investimenti e alle energie profuse nei cinque reparti di ricerca e sviluppo dell’azienda di Bellocchi, il primo progetto di riuso creativo che ha già visto la luce è un sistema di isole urbane ecosostenibili che utilizza le radici della pala eolica per creare oggetti impensabili, come portabici, sedute, pavimentazioni, fioriere, cestini. Una ricerca orientata alla sostenibilità e all’ottimizzazione delle risorse che da allora non si è più fermata.