Cinque anni fa Boyan Slat, giovane studente olandese di ingegneria aerospaziale, presentò il suo progetto per ripulire gli oceani dalla plastica. Oggi la macchina anti rifiuti è una realtà.
Slat è impegnato da anni nel contribuire a ripristinare una situazione di normalità negli Oceani che si trovano in una situazione di emergenza. Con la ong che ha fondato, Ocean Cleanup, ha studiato e messo a punto delle strategie per fronteggiare l’inquinamento oceanico. Un passo importante è stato quello di ideare una macchina capace di sfruttare le correnti oceaniche per raccogliere ed eliminare i rifiuti plastici dal mare. Ora quella macchina è pronta ed entrerà in azione in una delle zone più critiche al mondo: il Great Pacific Garbage Patch, un lembo di oceano Pacifico compreso tra la California e le Hawaii dove i rifiuti sono talmente numerosi e concentrati da sembrare una vera e propria isola di plastica.
Il sistema di raccolta studiato da Slat si chiama Ocean Array Cleanup ed è composto da delle barriere galleggianti lunghe 2 chilometri che grazie alle correnti oceaniche riescono a convogliare i rifiuti di plastica in apposite piattaforme. Una volta al mese circa un’imbarcazione preleverà poi i rifiuti così accumulati. Il macchinario non ha bisogno di energia per funzionare e non presenta un pericolo per la fauna marina, limitandone così l’impatto ambientale.
L’idea di Slat è quella di raccogliere circa 5.000 chili di plastica durante il primo mese di funzionamento della macchina, per poi arrivare a smaltire in cinque anni indicativamente la metà del Great Pacific Garbage Patch. Ma Slat non si fermerà qui, l’obiettivo è quello di installare entro il 2020 ben sessanta piattaforme galleggianti nelle aree del pianeta dove c’è una maggiore concentrazione di rifiuti di plastica.