Anche l’Italia entra nelle emissioni dei green bond attraverso un BTP verde e lo fa con un successo esplosivo. Il titolo, con scadenza aprile 2045, è stato collocato via sindacato da un pool di banche composto da BNP Paribas, JP Morgan, NatWest Markets, Crédit Agricole e Intesa Sanpaolo. Il nuovo titolo extra-lungo è dedicato al finanziamento delle spese sostenute dallo Stato a positivo impatto ambientale.
Sono stati raccolti 8,5 miliardi di euro che hanno segnato il più grande debutto di un green bond sovrano a livello europeo, con un rendimento superiore di 12 punti base al BTP con scadenza marzo 2041.
La domanda è stata quasi 10 volte l’ammontare emesso. Il bond andrà a finanziare una serie di investimenti ambientali lanciati tra il 2018 e il 2021. Nonostante l’asta sia arrivata proprio mentre è in corso una vendita generalizzata di debito governativo, il titolo verde emesso dal Tesoro ha riscosso un ottimo successo tra gli investitori, sempre più attenti ai fattori ambientali, sociali e di governance, che hanno sottoscritto oltre la metà del collocamento.
Hanno partecipato all’operazione circa 530 investitori per una domanda complessiva di oltre 80 miliardi di euro, raggiungendo il record di richieste nelle emissioni inaugurali di Green Bond sovrani in Europa. Rilevante è stata la partecipazione di investitori ESG (Environmental, Social and Governance) che hanno sottoscritto oltre la metà del collocamento.
Complessivamente ai fund manager è stato allocato il 53,1% del collocamento, mentre le banche ne hanno sottoscritto il 18,5%. Elevata partecipazione degli investitori con un orizzonte di investimento di lungo periodo, che hanno acquistato il 24,3% dell’emissione (in particolare il 14,3% è stato allocato a fondi pensione e assicurazioni, il 10% a banche centrali ed istituzioni governative). Agli hedge fund è stato allocato circa il 3,6% dell’ammontare complessivo. Le imprese non finanziarie hanno partecipato all’emissione con una quota residuale pari allo 0,5%.
La distribuzione geografica del titolo è stata estremamente diversificata, con una partecipazione che ha visto il coinvolgimento di oltre 40 paesi: gli investitori esteri si sono aggiudicati circa il 73,7% dell’emissione, mentre gli investitori domestici ne hanno sottoscritto il 26,3%. Tra gli investitori esteri, di rilievo è stata in particolare la quota sottoscritta da investitori residenti nel Regno Unito (circa il 22,1%).
Il resto del collocamento è stato allocato in larga parte in Europa continentale, ed in particolare in Germania, Austria e Svizzera (19,9%), in Francia (10,1%), nei paesi della penisola iberica (7,3%), nei Paesi Scandinavi (5,1%), in altri paesi europei tra cui Benelux (2,1%), Est Europa (1,2%), ed infine Medio Oriente (1,7%). Al di fuori dell’Europa, gli investitori provenienti da Stati Uniti si sono aggiudicati l’1,9% dell’emissione; circa lo 0,5% è andato ad investitori asiatici, mentre il resto dell’emissione è sottoscritto da investitori residenti in altri paesi.
Un’attenzione dimostrata anche dalle ingenti risorse destinate, a livello europeo, per la ripresa economica sostenibile con il Next Generation Eu. Il Ministero dell’Economia ha identificato spese riferibili a fonti rinnovabili, efficienza energetica, trasporti, prevenzione dell’inquinamento ed economia circolare per una cifra pari a 35 miliardi di euro.
Fondamentale per i green bond è la rendicontazione: gli investitori vogliono infatti sapere come vengono spesi i propri soldi. Con frequenza annuale, sarà reso pubblico un documento denominato “Italian Sovereign Green Bond Allocation and Impact Report”.
Questo documento – spiega il MEF – illustrerà in primis l’allocazione delle risorse reperite tramite l’emissione di titoli di Stato Green nell’anno precedente, così come per gli anni che precedono l’ultimo anno di riferimento. Il documento rendiconterà dello stato di avanzamento dell’erogazione delle somme previste da ciascuna emissione di titoli green, almeno a livello di categoria di spesa, e conterrà una scheda riepilogativa dell’avanzamento della realizzazione degli interventi finanziati. Tale rapporto verrà sottoposto, prima della pubblicazione, alla verifica di un organismo indipendente.
Con la prima volta in grande stile, l’Italia si unisce alle emissioni di debito pubblico verde da parte di Francia, Paesi Bassi e Belgio che ammontano da inizio anno a 4 miliardi di euro. Germania e Francia hanno già annunciato che emetteranno nuove obbligazioni green nel 2021. In particolare, Berlino venderà due nuovi bond verdi, il Green Bund agosto 2031 e il Green Bund agosto 2050, mentre la Francia lancerà un nuovo Green Oat a 20 anni.
Oltre a Italia, Germania e Francia, gli addetti ai lavori prevedono che Spagna, Austria e Slovenia emetteranno i loro primi titoli verdi. Considerando sia gli emittenti esistenti che quelli nuovi, gli analisti prevedono che l’offerta di debito verde quest’anno ammonterà a 40-45 miliardi di euro. Con l’effetto che il mercato dei green bond potrebbe raggiungere i 100 miliardi di euro entro la fine del 2021.
Secondo S&P Global Rating, il mercato dei green bond sovrani, seppur ancora limitato, è cresciuto con rapidità negli ultimi anni. Solo nel 2020 è aumentato di oltre due volte rispetto al 2019, raggiungendo i 34 miliardi di dollari. Tra i governi che hanno emesso titoli di debito green per la prima volta l’anno scorso, ci sono Germania, Ungheria, Egitto, Lussemburgo, Messico e Svezia.
“Prevediamo che almeno sette Paesi sovrani faranno ricorso al mercato dei green bond nel 2021, con emissioni totali stimate a 31 miliardi, in parte grazie agli impegni politici previsti dall’Accordo di Parigi. Questo porterà lo stock globale di debito green dei 17 sovrani che hanno già emesso questi titoli a circa 114,5 miliardi nel 2021″, ha commentato Karen Vartapetov, credit analyst di S&P Global Ratings.