Scelta ecologica in Cina: si abbandonano i combustibili fossili altamente inquinanti a favore del bioetanolo.
La Cina si dimostra sensibile verso l’ambiente e decide di promuovere il consumo di bioetanolo rispetto ai carburanti fossili, inquinanti e dannosi per la salute. La notizia è arrivata dalla National Development and Reform Commission and National Energy Administration cinese che ha annunciato una serie di strategie fino al 2020 volte a favorire l’uso del bioetanolo, un eco-carburante rinnovabile, che contiene il 10% di etanolo, e permette di ridurre le emissioni di anidride carbonica nell’aria.
Il bioetanolo è prodotto mediante un processo di fermentazione di prodotti agricoli particolarmente ricchi di zucchero come i cereali, la canna da zucchero, la barbabietola da zucchero, le coltivazioni amidacee e le vinacce. Si è riusciti a ottenere etanolo anche dalla paglia, da materiali contenenti alte percentuali di cellulosa, da canne di lago, da tronchi di piante e dalle alghe.
Un’interessante ricerca pubblicata sulla rivista Nature e condotta dal Centro di regolazione Genomica di Barcellona, in collaborazione con l’Istituto Max Planck per la genetica molecolare e l’Università di Bielefeld, è andata recentemente ad analizzare il DNA della barbabietola da zucchero per poter intervenire sui geni della pianta stessa per poter ottenere da essa un bioetanolo di qualità superiore e in maggiore quantità.
Il bioetanolo trova impiego nelle benzine per i motori e come combustibile di biocamini per riscaldare gli ambienti. I sottoprodotti del processo di lavorazione di questo eco-carburante possono poi essere usati nei mangimi e nella cogenerazione.
La Cina (terzo produttore mondiale di bioetanolo) non è l’unica nazione a promuovere l’uso di questo eco-carburante, anche Stati Uniti, Svezia, Brasile hanno fatto la stessa cosa. Peraltro, secondo quanto riporta l’Ansa, si consumano 600 milioni di tonnellate circa di bioetanolo ogni anno, corrispondenti al 60% dei consumi annuali di carburanti.