L’avanzata del biometano in Europa, è boom di nuovi impianti

Dal 2021, oltre 300 nuovi siti di produzione del combustibile derivato dalla raffinazione del biogas sono diventati operativi, il 75% è già connesso alla rete

Foto di Matteo Paolini

Matteo Paolini

Giornalista green

Nel 2012 ottiene l’iscrizione all’Albo dei giornalisti pubblicisti. Dal 2015 lavora come giornalista freelance occupandosi di tematiche ambientali.

In soli due anni, il numero di impianti di biometano operativi in Europa è aumentato di quasi il 30%. Un significativo incremento di 299 unità ha portato il totale a 1.322 impianti entro aprile 2023. Nel medesimo periodo, la produzione di biometano è salita del 20%, raggiungendo la cifra di 3,5 miliardi di metri cubi, che corrisponde a poco più dello 0,6% del consumo di gas del continente. Questi dati sono stati resi noti dall’EBA, l’European Biogas Association, l’associazione che rappresenta i produttori di biogas a livello europeo e che ha recentemente aggiornato la sua mappa dei siti europei.

La crescita degli impianti e l’uso sostenibile delle materie prime

Negli ultimi anni, l’interesse per gli impianti di biometano è cresciuto notevolmente. È interessante notare che oltre il 75% degli impianti attuali è già collegato alle reti di trasporto o distribuzione, consentendo l’inserimento del biometano nelle reti di consumo. Questo indica una solida infrastruttura e un impegno verso l’utilizzo del biometano a livello industriale e domestico.

Un’altra tendenza significativa riguarda l’uso delle materie prime. Si osserva chiaramente una preferenza per i residui agricoli, i rifiuti solidi urbani organici e i fanghi di depurazione come fonti di alimentazione per gli impianti di biometano. Questa scelta mira a promuovere l’utilizzo sostenibile delle risorse, riducendo allo stesso tempo la dipendenza dalle monocolture.

Da notare che dal 2017, praticamente nessun nuovo impianto è stato creato per funzionare con monocolture. Questo segnala un cambiamento di mentalità e un impegno crescente verso una produzione di biometano più diversificata e sostenibile.

Espansione dell’industria del biometano: Francia, Danimarca e Germania in testa

L’industria della produzione di biometano, il combustibile ottenuto dalla depurazione del biogas, sta vivendo una crescita significativa in diversi paesi. Secondo i dati del 2021, la Francia è in testa con un aumento della capacità produttiva di 2130 GWh, seguita dalla Danimarca con +1642 GWh e dalla Germania con +1553 GWh. Tuttavia, le previsioni indicano che il 2022 sarà un anno ancora più promettente per il settore.

In termini assoluti, la Germania ha registrato la crescita più sostanziosa nel 2021, con un aumento di 12753 GWh, seguita dal Regno Unito con 6183 GWh, la Danimarca con 5683 GWh, la Francia con 4337 GWh, l’Olanda con 2374 GWh e, al sesto posto, l’Italia con 2246 GWh aggiuntivi. Questi dati sottolineano l’impegno di diversi paesi europei verso una maggiore produzione di biometano, promuovendo l’uso di una fonte di energia sostenibile e riducendo l’impatto ambientale.

Sforzi concentrati per raggiungere gli obiettivi dell’UE

La produzione di biometano ha conosciuto una crescita notevole nell’ultimo decennio, e questa tendenza positiva continua con un aumento del 30% nel numero di impianti rispetto alla precedente edizione della mappa. Questo dato rappresenta un segnale forte degli sforzi compiuti dall’industria per incrementare la produzione e accelerare ulteriormente, al fine di raggiungere l’obiettivo di 35 miliardi di metri cubi entro il 2030, come proposto dalla Commissione europea nel piano REPowerEU.

Harmen Dekker, CEO di EBA, sottolinea l’importanza di questa crescita e afferma: “Gli operatori delle infrastrutture del gas sono determinati a sostenere la visione della Commissione europea per incrementare l’economia del biometano. La nostra missione è collegare i produttori ai consumatori e garantire che la crescita esponenziale del biometano continui. Già oggi immagazziniamo e trasportiamo il biometano, ma è positivo aprire la porta per l’integrazione di altre molecole rinnovabili nel sistema energetico europeo. Una maggiore produzione di biometano a livello europeo è anche una buona notizia per l’indipendenza energetica dell’UE”.

L’espansione dell’industria del biometano in Europa

L’Europa continua a mostrare una crescita significativa nell’industria del biometano, come evidenziato da Boyana Achovski, Segretario Generale di GIE. Conferma che ad aprile 2023, sono presenti in Europa un totale di 1.322 impianti di produzione di biometano. Questo dato rappresenta un aumento del 30% rispetto alla precedente edizione della mappa nel 2021.

Achovski sottolinea anche l’incremento notevole del numero di impianti nel corso degli anni: 483 impianti nell’edizione del 2018, 729 nell’edizione del 2020 e 1.023 nell’edizione del 2021. Tra i totali riportati, 1.174 impianti sono stati individuati dall’EBA e mostrati sulla mappa presentata.

In termini di produzione, l’Europa già produce oltre 3,5 miliardi di metri cubi di biometano, evidenziando un tasso di crescita del 20% nel 2021. Si prevede un ulteriore aumento significativo nel 2022, con un numero maggiore di impianti e quote di produzione, sebbene i dati consolidati non siano ancora stati divulgati.

Il più grande impianto di biometano in Europa

In Veneto, si trova il più grande impianto di produzione di biometano da reflui zootecnici in Europa. Situato a Schiavon (VI) e promosso da Iniziative Biometano del Gruppo FemoGas, l’impianto è gestito dalle società Motta Energia e EBS – Etra Biogas Schiavon. Oltre a essere il più grande, è anche un esempio virtuoso di agroecologia e compartecipazione. Sono gli allevatori di 117 aziende agricole locali a fornire quotidianamente 360 tonnellate di letame, liquami bovini e pollina per alimentare l’impianto.

Il processo di produzione di biometano avviene tramite la digestione anaerobica, senza l’utilizzo di ossigeno, a una temperatura costante di 42 gradi. Una parte del biogas prodotto viene convertita in energia elettrica per alimentare l’impianto stesso, mentre il resto passa attraverso una fase di upgrading, in cui le molecole di metano vengono separate dall’anidride carbonica. Il metano viene successivamente raffreddato utilizzando elio, trasformandosi così in biometano. Ogni anno, l’impianto produce 7.000 tonnellate di biometano, quantità sufficiente a soddisfare il fabbisogno annuale di 200 automezzi pesanti che percorrono 100.000 chilometri ciascuno.