L’ondata di proteste ha sortito il suo effetto e il Governo sembra essere stato definitivamente costretto a correre ai ripari. Sembra prendere sempre più quota l’ipotesi che tasse e pagamenti sospesi nel corso della quarantena non dovranno essere pagati in un’unica soluzione. L’Esecutivo sta infatti studiando un “piano di rientro” che consentirà ai contribuenti di dilazionare i pagamenti a partire dal 2021.
Si tratta, secondo alcune fonti di Viale XX Settembre, di una “mini-manovra” da 4 miliardi di euro, ma che dovrebbe garantire all’Erario maggiori certezze sugli incassi futuri. Infatti, nonostante la crisi sanitaria sembra essere stata in qualche modo arginata, quella economica e occupazionale si fa sentire con sempre maggior forza. Difficile, dunque, che i contribuenti – privati o aziende che siano – abbiano la possibilità di saldare nel giro di qualche giorno o settimana tutti i pagamenti degli ultimi mesi.
Tasse sospese: pagamenti rinviati al 2021
I tecnici di Viale XX Settembre sono alla ricerca di una formula che consenta alle aziende e alle partite IVA di dilazionare i pagamenti nel tempo senza che le casse dell’Erario ne soffrano troppo. Secondo alcune indiscrezioni, infatti, il Governo sarebbe alle prese con una crisi di liquidità che metterebbe a rischio diverse misure previste già da tempo. Voce poi smentita dal MEF, che parla di una situazione di assoluta normalità, con oltre 60 miliardi di euro disponibili pronto cassa.
Una condizione che consentirebbe all’Esecutivo di sospendere nuovamente il pagamento delle imposte di marzo, aprile e maggio (inizialmente previsto per settembre) e, per le imprese che hanno fatto registrare le perdite più consistenti, dilazionare il pagamento a partire dal prossimo anno. Insomma, se ne riparlerebbe direttamente nel 2021, quando si spera che la situazione economica generale sia migliorata.
Tasse sospese: ipotesi abbattimento
La rateizzazione delle tasse non pagate tra marzo, aprile e maggio, però, non è l’unica ipotesi al vaglio del dicastero guidato da Roberto Gualtieri. Il MEF, infatti, sta valutando anche l’ipotesi di abbattere i pagamenti dovuti di almeno il 30% per tutte le imprese dei settori maggiormente colpiti dalla crisi. Stando alle prime ipotesi, il taglio di tasse dovrebbe riguardare il settore turistico, quello dell’abbigliamento e quello della ristorazione, ma non è da escludere che se ne aggiungeranno altri.
La misura, comunque, dovrebbe far parte di un pacchetto di taglio delle tasse più ampio che dovrebbe essere varato con il decreto di agosto, la manovra di 25 miliardi di euro sulla quale stanno lavorando alacremente le forze di Governo.