Superbonus, promosso o bocciato? I numeri della CGIA

Il Veneto guida la corsa, boom di imprese edili, soprattutto, al Sud: lo studio realizzato dagli artigiani mestrini che mette sotto la lente più di qualche criticità.

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Redazione

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Costa molto e serve a pochi (soprattutto proprietari già facoltosi): questa la fotografia del Superbonus scattata dall’Ufficio Studi della Cgia di Mestre. 

A seguito di 107.588 asseverazioni depositate al 31 gennaio scorso lo Stato, con il Superbonus del 110 per cento, dovrà farsi carico di una spesa di poco superiore a 20 miliardi di euro. Se teniamo conto che in Italia sono presenti quasi 12,2 milioni di edifici residenziali, stimiamo che, fino ad ora, questo provvedimento abbia interessato
solo lo 0,9 per cento del totale degli immobili destinati ad uso abitativo. In altre parole, consentendo ai proprietari che riqualificano i propri immobili una detrazione fiscale del 110 per cento, spendiamo 20 miliardi per migliorare l’efficienza energetica di una infinitesima quota di edifici presenti nel Paese.

Superbonus: costa molto, serve a pochi

Non solo, con il Superbonus 110 per cento abbiamo erogato lo stesso importo speso fino ad ora con il reddito di cittadinanza. A differenza di quest’ultima misura, però, scrivono gli artigiani mestrini –  i vantaggi hanno interessato pochissime persone, in particolar modo facoltose, con un livello di istruzione medio-alto e con proprietà immobiliari ubicate nei centri storici delle grandi città, in particolar modo del Centronord

Bisogna anticipare il decalage

Il 110 per cento, pertanto, non va “bocciato” per aver provocato comportamenti fraudolenti. Anzi. Secondo i dati dell’Agenzia delle Entrate, dei 4,4 miliardi di irregolarità riscontrate, “solo” 132 milioni di euro sono ascrivibili a questa misura. Il Superbonus va criticato, invece, perché presenta un costo in capo alla fiscalità generale spaventoso e non proporzionale al numero di edifici che vengono “efficientati”. Pertanto, secondo gli artigiani mestrini, la soglia di detraibilità delle spese sostenute andrebbe abbassata quanto prima, portata, ad esempio, al 60-70 per cento, anticipando il decalage stabilito dall’ultima finanziaria.

Così facendo, si obbligherebbe il proprietario dell’immobile a una significativa compartecipazione alla spesa dell’intervento manutentivo. Sia chiaro, nessuno disconosce il ruolo che in questi ultimi anni hanno avuto i bonus nel rilanciare l’edilizia, nel far emergere il nero e nel migliorare la qualità delle nostre abitazioni; ci mancherebbe. Tuttavia, la convinzione di aver speso troppo e di aver “drogato” il mercato edilizio è molto elevata.

Prezzi alle stelle

Questo meccanismo, tra l’altro, segnala la Cgia,  che consente di detrarre fiscalmente molto più di quanto un proprietario è chiamato a spendere per ristrutturare un edificio, ha innescato una bolla inflattiva preoccupante, alimentata anche dal forte aumento dei prezzi registrato nell’ultimo anno da tutte le materie prime. A fronte di un boom della domanda che, tra l’altro, per legge deve essere soddisfatta entro un determinato periodo di tempo, il Superbonus 110 per cento ha contribuito a far schizzare all’insù i prezzi di moltissimi materiali (ferro, acciaio, legno, sabbia, laterizi, bitume, cemento, etc.) e altri sono pressoché introvabili (lana di roccia, polistirene, ponteggi,
etc.).

Boom di imprese edili soprattutto al Sud

E’ importante sottolineare anche il trend delle imprese attive presenti nel settore delle costruzioni. Secondo i dati delle Camere di Commercio, infatti, nel 2021 il numero complessivo è cresciuto di 10.699 unità (+ 1,4 per cento circa rispetto al 2020), portando lo stock nazionale a raggiungere quota 754.886. Di particolare rilievo il  risultato ottenuto nel Mezzogiorno: in 12 mesi le aziende sono aumentate di oltre 7 mila unità, di cui quasi 3 mila hanno la sede in Campania e poco meno di 1.800 in Sicilia.  Dati puntuali ancora non ce ne sono, ma questo boom è sicuramente riconducibile agli effetti legati alla numerosità di bonus che per legge sono stati introdotti in questi ultimi anni nell’edilizia. Non solo. Pare di capire che una buona parte di queste nuove attività siano guidate da imprenditori stranieri che “presidiano” in misura sempre più significativa questo settore, spesso abbassandone il livello di qualità
ed efficienza.

Veneto guida la corsa

A livello regionale è il Veneto ad aver registrato il ricorso più numeroso al Superbonus 110 per cento in relazione agli edifici residenziali esistenti.