Professione copywriter: dalle tasse alle regole, come si gestisce l’attività

Quali sono gli aspetti fiscali dell'attività di copywriter? Quali tasse si devono pagare e come si deve gestire l'attività? Tutte le regole da seguire

Foto di Pierpaolo Molinengo

Pierpaolo Molinengo

Giornalista economico-finanziario

Giornalista specializzato in fisco, tasse ed economia. Muove i primi passi nel mondo immobiliare, nel occupandosi di norme e tributi, per poi appassionarsi di fisco, diritto, economia e finanza.

Qual è il corretto codice attività che deve scegliere il copywriter, nel momento in cui apre la partita Iva. Ma soprattutto qual è il miglior regime fiscale per operare che può scegliere l’articolista freelance?

Nel corso degli ultimi anni una delle figure professionali che si stanno affacciando è quella dell’articolista freelance o copywriter: l’attività ha avuto grande diffusione soprattutto grazie all’arrivo dello smart working. Siamo davanti ad una professione che può essere svolta completamente ed interamente da casa, grazie ad un buon computer e ad una connessione internet.

Non sempre è necessario aprire una partita Iva per diventare copywriter o articolista: è una mansione che può essere svolta anche come prestazione occasionale. In altre parole può essere un secondo lavoro, quando è già presente un altro impiego.

In cosa consiste l’attività di copywriter

L’attività di copywriter è nata nel corso degli ultimi anni e si è diffusa con l’avvento dello smart working: è possibile svolgerla da casa, con un computer ed una buona connessione internet. Quello dell’articolista e quella del copywriter sono due professioni simili, ma non sono uguali. Volendo sintetizzare al massimo possono essere distinte in questo modo:

  • copywriter: è il professionista che scrive dei testi di diverso tipo con vari obiettivi. La sua attività professionale può essere svolta all’interno di un’agenzia web, dove fornisce i testi per gli slogan pubblicitari, per i siti web, le campagne di sponsorizzazione sui social media e sulle newsletter. Le modalità di scritture e il settore vengono decisi dai clienti o dalle aziende per le quali lavora;
  • articolista: è il professionista che si occupa di scrivere degli articoli su varie tematiche. Può scrivere per delle pagine dei blog, delle testate online e sui magazine, riportando delle informazioni dettagliate e specifiche relative al settore per il quale scrive.

Benché abbiamo fatto questa distinzione, i confini tra le due professioni non è così netta: un copywriter esperto può svolgere lavori come articolista e viceversa. Chi ha intenzione di intraprendere seriamente questa professione, può anche decidere di formarsi ed iscriversi all’ordine dei giornalisti come professionista o pubblicista, in base all’esperienza che ha maturato sul campo.

Le prestazioni occasionali

In cosa consistono le prestazioni occasionali? Ma soprattutto è corretto utilizzarle per l’attività di copywriter? Sono molti gli articoli sul web che sponsorizzano l’avvio dell’attività professionale, chiedendo che venga rilasciata semplicemente una ricevuta al committente, fino a quando l’ammontare percepito annualmente non superi i 5.000 euro.

È bene non cadere in questo tranello: non è quello che prevede la normativa fiscale. Sì certo, volendo operare nella correttezza, è possibile svolgere un’attività di natura occasionale ed emettere delle semplici ricevute per delle prestazioni occasionali, che possono essere rilasciate nel momento in cui avviene il pagamento in denaro. Nel momento in cui vengono emesse le ricevute nei confronti di un soggetto dotato di partita Iva – un’impresa od un professionista – deve riportare l’indicazione della ritenuta d’acconto del 20%. Il committente dovrà versare la ritenuta, utilizzando un Modello F24 entro il giorno 16 del mese successivo.

Quello che abbiamo visto fino ad adesso, però, è valido solo e soltanto se l’attività viene svolta in maniera non abituale e in modo non continuativo nel tempo. Nel momento in cui un soggetto si accorda con un’agenzia o un blogger per scrivere quattro articoli al mese nel fine settimana, non siamo davanti ad un’attività occasionale. Ma ad un’attività che prosegue nel tempo ed è quindi abituale e continuativa.

Altro discorso, invece, è il soggetto che scrive dieci articoli in un mese e poi interrompe completamente la propria attività. In questo caso è una prestazione occasionale. Attenzione, però, il limite dei 5.000 euro riguarda l’aspetto previdenziale, non quello fiscale (le tasse si pagano anche quando si percepiscono meno di 5.000 euro, non sorge, al massimo l’obbligo di versare i contributi).

Quando una qualsiasi attività viene svolta in maniera continuativa ed abituale è sempre necessario aprire la partita Iva, indipendentemente dal volume dei compensi percepiti.

Aprire la partita Iva

Il primo passo che un copywriter deve fare è quello di comprendere se l’attività sia occasionale o abituale e continuativa. In questo secondo caso, come abbiamo visto, diventa indispensabile aprire la partita Iva. Nel momento in cui l’attività inizia a diventare abituale è necessario regolarizzare la propria posizione, sia dal punto di vista fiscale che da quello contributivo.

Per aprire la partita Iva è necessario presentare l’apposito modulo di richiesta all’Agenzia delle Entrate (AA9/12) in formato telematico o cartaceo. Su questo modulo deve essere indicato il codice attività legato all’attività che si sta svolgendo. In questo momento non esiste un codice attività per il copywriter, ma è possibile scegliere uno dei seguenti codici Ateco:

  • 70.21.00 – Relazioni pubbliche e comunicazione
  • 63.99.00 – Altre attività dei servizi di informazione NCA
  • 74.90.99 – Altre attività professionali NCA

Quale codice Ateco è meglio scegliere? Dipende dall’attività che viene svolta, dagli obiettivi e dalla tipologia di clienti per i quali si lavora. Nel caso non si sia sicuri di quale codice Ateco scegliere è sempre possibile aggiungerne più di uno.

Gestione separata Inps

Sono tenuti ad iscriversi alla gestione separata Inps tutti i professionisti che sono privi di una cassa previdenziale obbligatoria. Come è il caso proprio dei copywriter. Tra gli adempimenti previsti, per quanti si iscrivono a questa cassa, ci sono due versamenti all’anno, da effettuare in concomitanza dei versamenti fiscali. Sotto il profilo strettamente fiscale il copywriter è un professionista, quindi non è necessaria l’iscrizione al Registro Imprese, a meno che l’attività svolta non sia una delle tante. Ma a questo punto è meglio valutare quale sia l’inquadramento corretto.

L’iscrizione all’Inps deve essere effettuata entro trenta giorni dal momento in cui è stata aperta la partita Iva: è un adempimento obbligatorio. I contributi vengono versati in maniera percentuale, che viene stabilità annualmente dall’istituto La percentuale si applica sul reddito imponibile determinato ai fini fiscali dal professionista. I versamenti avvengono con modello F24 nei termini di versamento delle imposte sui redditi (30 giugno e 30 novembre di ogni anno).

Il regime fiscale

A seguito dell’apertura della partita Iva, il copywriter deve anche scegliere il regime fiscale da applicare. Sicuramente, ora come ora, il regime più vantaggioso risulta essere quello forfettario. Uno dei vantaggi di questo regime è la presenza di un’imposta sostitutiva molto bassa, che è pari al 5% per i cinque anni, che poi diventa al 15%. Non si pagano l’Irpef, l’Irap o l’Iva. Per accedere a questo particolare regime è necessario:

  • maturare compensi e ricavi inferiori a 85.000 annui;
  • percepire redditi da lavoro dipendente o pensione inferiori a 30.000 euro all’anno;
  • non superare la soglia di 20.000 euro per le spese relative all’assunzione di dipendenti;
  • non essere in possesso di quote di partecipazione a società di persone, associazioni di s.r.l. che svolgono attività analoghe o riconducibili alla professione esercitata.